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Le cose che si capiscono in silenzio

Ci sono momenti in cui capisci che non serve avere sempre l’ultima parola.
A volte basta sapere, in silenzio, di aver capito prima degli altri.

È una sensazione strana: non dà soddisfazione, non accende orgoglio.
È piuttosto una lucidità che pesa, perché ti accorgi che certi schemi, certe dinamiche, certe conseguenze erano già scritte — solo che gli altri le stanno ancora leggendo alla prima riga.

Il tempo, si sa, mette tutto al proprio posto. Ma chi ha intuito prima, deve solo aspettare, con pazienza, con un sorriso appena accennato e con la consapevolezza che la verità arriva, prima o poi, anche se in ritardo.

Attenzione! Capire prima non significa essere migliori. Significa solo avere la vista più lunga — o forse l’esperienza di chi ha già visto la stessa scena, con altri protagonisti, in un altro tempo.

A volte ci vuole tempo per capire certe cose.
Peccato solo che io le avessi già capite da un pezzo.

LM

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𝗘𝘁𝗶𝗰𝗮: 𝘁𝗲𝗼𝗿𝗶𝗮, 𝗿𝗲𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗳𝗶𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝗰𝗲𝗻𝗶𝗰𝗵𝗲

Proprio ieri, in auto, durante uno dei miei brevi viaggi, mi sono imbattuto in un programma radiofonico che parlava di virtù. Una di quelle trasmissioni dal tono pacato, riflessivo, dove ogni parola sembra pesata e dove, quasi senza accorgertene, ti ritrovi a pensare.

Tra le virtù citate, una in particolare ha attirato la mia attenzione: 𝘭𝘢 𝘵𝘰𝘭𝘭𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢. Quella capacità di ascoltare, di rispettare il punto di vista dell’altro, di accettare la complessità. Un concetto tanto importante quanto abusato, a volte svuotato del suo significato vero.

E mentre ascoltavo, mi è tornata in mente un’altra parola che, come la tolleranza, molti amano pronunciare, ma pochi riescono ad onorare davvero: l’𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮.

Nel mondo delle professioni, anche in quello delle attività peritali e stragiudiziali, si fa spesso un gran parlare di etica.

La si invoca nei convegni, la si richiama nei codici, la si cita come fondamento imprescindibile del buon operato.

Ma troppo spesso l’etica resta confinata al piano della retorica. Belle parole, principi nobili, discorsi solenni… che si infrangono puntualmente contro la realtà dei comportamenti quotidiani.

È a questa 𝘤𝘰𝘮𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘦𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘢 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢𝘵𝘢 che dedico una breve riflessione che segue. Un piccolo esercizio di sarcasmo – ma non troppo – per riflettere, anche con un sorriso amaro, su ciò che accade quando l’etica diventa solo uno slogan.

“L’etica? Oh, ne parlano con una solennità che commuoverebbe anche 𝘐. 𝘒𝘢𝘯𝘵. Hanno sempre la citazione pronta, il principio giusto da sventolare, il tono grave da 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘦𝘳𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘛𝘌𝘋. Peccato che appena si passa dai discorsi ai fatti, l’etica evapora come una buona intenzione sotto il primo sole caldo di giugno.

Predicano integrità mentre trafficano convenienze. Parlano di rispetto, ma solo finché non serve metterlo in pratica. Sembrano così convinti da sembrare quasi in buona fede… finché non ti accorgi che l’etica, per loro, è solo un accessorio da esibire quando fa scena. Un po’ come quei libri in salotto che nessuno ha mai letto, ma servono a far bella figura.

Parlare di etica senza metterla in pratica è come parlare di giustizia mentre si aggirano le regole: un esercizio di ipocrisia che danneggia non solo la propria credibilità, ma l’intero sistema. In un contesto già fragile, dove la fiducia è un bene raro e prezioso, la coerenza tra parola e azione non è un lusso: è un dovere.”

E allora sì, continuiamo pure a parlare di etica. Ma facciamolo con la schiena dritta. E con i fatti, non solo con le frasi ad effetto.

LM

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𝗟’𝗶𝗻𝗰𝗼𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲̀ 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮 (𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗯𝗿𝗮 𝗲𝗹𝗲𝗴𝗮𝗻𝘁𝗲)


Rientro da un breve viaggio, sei ore in auto.
Tempo sufficiente per riflettere su una parola che ultimamente è molto di moda: l’𝗶𝗻𝗰𝗼𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮.
C’è chi si prodiga e lavora per un obiettivo comune.
C’è chi si prodiga e lavora con determinazione per il proprio risultato, mascherato da buone intenzioni.
Poi ci sono i paladini del “noi”, che al primo posto mettono “io”.
Tutti fanno una scelta.
C’è chi parla di etica, ma agisce per interesse.
Chi si riempie la bocca di parole come collaborazione, condivisione, comunità…
Ma alla resa dei conti, contano i numeri. O peggio: solo se stessi.

Strada facendo, ho poi capito che l’incoerenza è una forma “elegante” di opportunismo.
E più è sottile, più è pericolosa.
Per carità, non è sbagliato avere obiettivi. Tutti li abbiamo.
Ma è ipocrita tradire i valori in nome del proprio tornaconto.
E alla lunga, chi osserva… capisce. Sempre.
Il vero valore emerge quando ciò che diciamo e ciò che facciamo camminano insieme.
Quando l’impegno verso gli altri non è solo una frase ad effetto, ma una direzione concreta, in ogni occasione.
Essere coerenti non è facile.
Richiede ascolto, verità, e a volte anche rinunce.
E’ proprio lì che nasce la fiducia. Quella vera.
In un mondo che corre, 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲̀ 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗿𝗮𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮.
È ciò che ci rende autentici. Credibili. Umani.

LM

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𝗜𝗼 𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮

𝗜𝗼 𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮

Il sapere è fragile, come sabbia tra le dita.
Illusione che acceca, se crede d’esser finita.
Ma nasce la luce, nel cuore che ammette:

“𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑜 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟𝑒,
𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒, 𝑛𝑒𝑚𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙 𝑝𝑜𝑐𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑜”.

Nel vuoto dell’arroganza tace la verità,
ma nella domanda umile, sussurra l’eternità.
Non sapere è seme, radice di ogni scoperta,
una porta socchiusa, mai davvero chiusa.
Chi sa di non sapere, cammina con occhi aperti, cerca non risposte, ma sentieri più incerti.
Ed è lì che abita il pensiero:

𝗻𝗼𝗻 𝗻𝗲𝗹 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗼, 𝗺𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶𝗼 𝘀𝗶𝗻𝗰𝗲𝗿𝗼!

LM

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𝗨𝗻 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗮. 𝗖𝗼𝗻 𝗰𝗵𝗶 𝗰𝗶 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼.

Ci sono momenti in cui ti fermi e guardi indietro. Non per nostalgia, ma per capire se il cammino fatto aveva davvero senso.
Io l’ho fatto, guardando a quello che per me era un sogno: costruire, insieme ad altri professionisti, una comunità vera, forte, collaborativa.

Credo nel valore dell’aggregazione, nella bellezza del confronto.
Credo nella forza che nasce quando le competenze si incontrano, quando le esperienze si mettono in comune, quando ognuno mette a disposizione qualcosa di sé per creare qualcosa di più grande.
Credo nel potere del fare insieme.

È con questo spirito che ho iniziato il mio percorso nel mondo dell’associazionismo. Spinto da un ideale semplice ma potente: crescere insieme, dare dignità e valore al nostro ruolo, fare rete per migliorare.
Non per competere, ma per costruire!

Poi mi sono scontrato con una realtà diversa: individualismo, superficialità, giudizi affrettati.
Ne ho preso coscienza. È il momento in cui riconosci che forse il tuo modo di credere nella collettività non è condiviso da tutti.
Ma non per questo smetti di crederci. Anzi!

Ho creduto di aver fallito. Ma se questo percorso è stato un fallimento, allora lo rivendico. Perché è un fallimento onesto, fatto di tentativi veri, di impegno autentico, di ideali portati avanti senza ipocrisie.

Ed allora, io vado avanti.
Con la stessa passione, la stessa determinazione. Perché la vera sconfitta, il vero fallimento non è cadere, ma scegliere di restare fermi. Io non mi fermo, vado avanti!

Ed oggi, con soddisfazione, vedo che molte persone iniziano a condividere la mia visione.
Si stanno avvicinando, portando idee, presenza, condivisione ed energie.
E questo mi dà forza, mi nutre. Mi fa credere che, nonostante tutto, qualcosa di diverso – e migliore – sia davvero possibile.

Esiste ancora chi ha il coraggio di mettersi in gioco.
È con loro che voglio camminare.
Altrimenti continuerò, anche da solo. Ma non mi fermerò!

LM

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Auguri di cuore!

Il Natale è un periodo magico, un momento dell’anno che ci invita a fermarci e riflettere sui valori che davvero contano. Spesso ci concentriamo sugli auguri di felicità, serenità e amore – tutti aspetti fondamentali – ma c’è un valore che, oggi più che mai, merita un’attenzione particolare: il rispetto.

Il rispetto è il terreno fertile su cui crescono relazioni autentiche, sia personali che professionali. È l’arte di riconoscere l’altro, di ascoltare senza pregiudizi, di accogliere le diversità come una ricchezza. È una scelta quotidiana, che richiede impegno e sensibilità, ma che può trasformare profondamente il nostro modo di vivere e di rapportarci con il mondo. Rispetto vuol dire dare valore al tempo, agli sforzi e alle emozioni degli altri, ma anche rispettare noi stessi, i nostri limiti e le nostre aspirazioni.

Dedicare tempo a un familiare o a un amico che ha bisogno di noi, anche quando siamo stanchi, rispettare il silenzio e i momenti di riflessione di chi preferisce la tranquillità al caos. Riconoscere il contributo di un collega con un semplice “grazie” o ascoltare un punto di vista diverso dal nostro durante un incontro, senza prevaricare sugli altri. Evitare di giudicare una persona solo dall’apparenza o dalla sua storia, scegliendo invece di comprendere prima di esprimere un’opinione. Fare attenzione a utilizzare le risorse con saggezza, evitando sprechi, specie in questo periodo.

Ognuno di questi gesti è un piccolo atto di rispetto, ma la loro somma può fare la differenza.

Quest’anno, oltre a dirvi Buon Natale, voglio augurarvi un Buon Rispetto: rispetto per chi ci sta accanto, per i colleghi e i collaboratori, per gli amici e le famiglie, per il nostro pianeta e per noi stessi. Possano queste feste essere un momento di condivisione sincera, di dialogo aperto e di gesti semplici ma pieni di significato e che il rispetto possa accompagnarci ogni giorno, rendendo il nostro mondo un luogo più gentile e umano.

Auguro a tutti voi, di cuore, e.. Buon Rispetto!

LM

About me, Mondo Perito

L’illusione del controllo e della precisione

Oggi Facebook mi ha ricordato una mia battuta di qualche tempo fa: “E niente, anch’io ho acquistato una sfera di cristallo per effettuare le perizie.”

L’avevo scritta per scherzare e stuzzicare, ma ripensandoci, non era così assurdo. Quando ci troviamo a fare previsioni, stime, e a prendere decisioni importanti nella nostra attività professionale, ci sentiamo spesso come se stessimo cercando di leggere il futuro attraverso una sfera di cristallo.

Siamo circondati da strumenti, dati, e algoritmi che ci promettono previsioni perfette, ma alla fine c’è sempre quel margine di imprevedibilità, quel dettaglio che sfugge. In un mondo che esige numeri e certezze, ci illudiamo di poter controllare tutto. Ci affidiamo a grafici, modelli matematici e big data, come se potessero offrirci una visione chiara del futuro. Ma la realtà, come la sfera di cristallo, è spesso nebulosa. Anche con tutte le informazioni a disposizione, ci sono sempre variabili che non possiamo controllare e che i numeri da soli non possono prevedere.

Ecco perché, ogni tanto, ci accorgiamo che dietro una perizia c’è più di una semplice somma di dati. C’è l’esperienza, l’intuizione, quel “qualcosa” che non si può spiegare ma che fa la differenza. Non si tratta di magia, ma è qualcosa di altrettanto misterioso.

Il paradosso è che più si cerca di essere precisi e più si rischia di dipendere da previsioni che, pur basate su dati complessi, possono risultare inaspettatamente errate. È come se la sfera di cristallo rappresentasse l’ironico paradosso della precisione: anche gli strumenti più accurati hanno limiti. Quanto possiamo davvero fidarci di previsioni altamente tecniche o modelli matematici complessi, soprattutto quando entrano in gioco variabili umane?

La sfera di cristallo ci ricorda che, in un contesto professionale serio come quello dei sinistri stradali, evocare un oggetto “mistico” serve a ricordarci che a volte dovremmo ricordarci che non possiamo controllare tutto e imparare ad accettare l’incertezza. Accettare l’incertezza non significa rinunciare alla professionalità, ma piuttosto riconoscere la complessità delle cose, dove ogni imprevisto può rilevarsi un insegnamento.

Mondo Perito, Trov@ti in rete

Lavoro da remoto: Osservazioni sulle dichiarazioni del Presidente UnipolSai, Carlo Cimbri

Sul Sole 24 ore del 18 settembre 2024 è stata pubblicata una breve dichiarazione del Presidente del Gruppo UnipolSai, Carlo Cimbri, relativa all’impiego dello smart working da parte della società.

Qui il link dell’articolo https://www.ilsole24ore.com/art/cimbri-il-lavoro-remoto-non-e-nuova-normalita-AFA6SbyD?refresh_ce=1

Abbiamo apprezzato molto che il vertice di un Gruppo così importante ci abbia messo la faccia e abbia espresso la sua opinione rispetto alle strategie con cui vorrebbe indirizzare il lavoro in azienda.

Si legge nelle poche righe dell’articolo che secondo Cimbri il lavoro da remoto non può essere la normalità e lui personalmente non è mai stato un sostenitore del lavoro da remoto. Anche se fino a fine 2024 è in corso una sperimentazione che sarà oggetto di valutazione.

Il lavoro da remoto, introdotto di necessità durante la pandemia, non può diventare la regola.

Sotteso a questo pensiero vi è la convinzione che il lavoro in presenza costituisca un valore aggiunto per i lavoratori che solo così possono conquistare quella necessaria esperienza su campo fatta anche di relazioni umani da coltivare.

Si apprende anche dai comportamenti, dall’esperienza, dai rapporti con i colleghi. Non penso che le società in cui le persone lavorano molto da casa siano migliori di quella che abbiamo creato noi” Così conclude Cimbri.

Consapevoli del fatto che la dichiarazione riguarda l’organizzazione del lavoro all’interno dell’azienda e quindi i lavoratori alle dipendenze del Gruppo, ci sembra però di capire che esso esprima il pensiero del suo autore rispetto allo smart working in generale. Pertanto, non possiamo non chiederci cosa ne pensa Cimbri dell’uso del lavoro da remoto in ambito di peritale: l’uso della videoperizia e di altre forme di accertamento del danno senza visionare il veicolo è una pratica compatibile con l’idea di un lavoro fatto di comportamenti, esperienza e rapporti umani?

In quale misura è possibile usare l’ispezione a distanza senza snaturare il senso della professione (sebbene autonoma) e l’efficienza dei risultati?

Ci piacerebbe avere il punto di vista del presidente Cimbri che sicuramente potrebbe arricchire il dibattito sull’argomento.

© Luigi Mercurio

Fonte: Lavoro da remoto: Osservazioni sulle dichiarazioni del Presidente UnipolSai, Carlo Cimbri – AIPED – Associazione Italiana Periti Estimatori Danni (peritiaiped.it)

Assicurazione

Gli agenti di assicurazione: “Le compagnie ci premono affinché le polizze siano piene di condizioni peggiorative”

Lo SNA (Sindacato nazionale agenti di assicurazione) si ribella ai diktat delle compagnie.
Stando al presidente Claudio Demozzi, le imprese assicuratrici andrebbero in pressing sugli intermediari, con un chiaro obiettivo: far sì che gli agenti facciano firmare ai clienti polizze piene di condizioni peggiorative. Anche nelle garanzie Rca (Responsabilità civile auto obbligatoria) e in tutte le accessorie facoltative (Furto e incendio, Infortuni del guidatore, Grandine, Eventi meteo, Cristalli, Kasko e tanto altro). Senza parlare delle polizze rischi atmosferici e catastrofali, divenute di grande rilevanza con gli sconvolgimenti climatici recenti.

Il primo passo dello SNA è stato compiuto: un esposto all’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni.
Premessa: sono le compagnie a creare il contratto base più tutte le clausole modificabili. Gli agenti selezionano quelle clausole, ossia mettono i vari flag nel sistema al computer. Il cuore della questione sta nelle franchigie in euro e negli scoperti in percentuale, ossia nelle penali a carico dell’automobilista o dell’assicurato in generale quando un sinistro si verifica. In maniera tale che per esempio, se si verifica un incidente con 5 mila euro di risarcimento, una franchigia di 500 euro riduca l’indennizzo a 4.500 euro.

Stesso discorso per il massimale: il massimo rimborsato qualora ci sia un sinistro: le compagnie premerebbero affinché siano bassi, stando alla denuncia dello SNA.
E ancora, le imprese farebbero pressione così da indurre gli agenti a inserire una clausola chiave: franchigie, scoperti e massimali all’automobilista che, dopo un sinistro, si rivolga a un carrozziere indipendente, anziché a un carrozziere convenzionato.
In teoria, gli agenti potrebbero anche ribellarsi, dire no alle compagnie. Col rischio però che scatti la revoca dei mandati.

Tutto questo comporta un pericolo: si può incrinare la fiducia tra professionista e cliente, violando il Codice delle Assicurazioni, che vieta di agire contro gli interessi del consumatore. Le imprese sarebbero molto pretenziose, mirando a una percentuale di polizze riformate elevata, con condizioni peggiorative.

Circolari interne sarebbero perentorie come contenuto e linguaggio: le società vorrebbero che gli agenti si allineassero tempestivamente alle indicazioni, per evitare che la compagnia attui tutto quanto necessario per raggiungere i risultati attesi, compreso il blocco di incasso delle quietanze.
Esiste in parallelo il problema dei prezzi delle polizze, specie di quelle Rca e accessorie auto.
Stando allo SNA, le compagnie applicherebbero aumenti tariffari pesanti anche a profili virtuosi in prima classe di merito, che non causano mai sinistri. Per avere margini di profitti ancora più alti. Vero che i ricavi potrebbero anche arrivare da rincari delle Rca di profili ad alto rischio incidente, nelle peggiori classi, ma non esisterebbe più tanto margine in quella direzione: cifre iperboliche di migliaia di euro l’anno di Rca, pena il rifiuto del preventivo da parte del cliente. Più semplice e immediato alzare il premio a chi paga di meno. Su quali basi? Il sistema bonus malus Rca dovrebbe sanzionare solo gli automobilisti poco prudenti, non quelli che viaggiano in sicurezza.

Su queste accuse degli agenti, le Compagnie negano che tutto questo accada.

Opportuno ricordare che qualcosa di analogo accade anche nel settore dei periti assicurativi, pressati dalle compagnie: valutazioni al ribasso, danni da concordare non computando l’importo dell’Iva: “innescando anomali intrighi fiscali”. La pressione “monetizzata” affinché l’auto sia riparata preso i carrozzieri convenzionati. Ed, infine, poi la pressione per il maggior utilizzo dello strumento della videoperizia, certo più “green” secondo alcuni, ma che alimentano molte zone “grigie”, perché son tutto Tranne che perizie: a distanza, con lo smartphone, si possono fare bei video giocosi per i balletti di TikTok, non le perizie ai veicoli.

NOTE: in caso si volesse controbattere a quanto riportato nel web in queste ore, il presente blog è a disposizione per approfondimenti.
Assicurazione

Assicurazioni Rc Auto Temporanee False: Come evitare le Truffe

Il caso

Si aggrava il problema delle assicurazioni Rc auto temporanee false, vendute da broker fasulli: intermediari che inventano di tutto. Per prima cosa, mettono in piedi un sito Internet fatto molto bene, curato, con grafiche accattivanti, loghi di compagnie, le quali sono estranee alla vicenda e anch’esse vittime del raggiro. Poi inventano nomi per se stessi molto simili a denominazioni sociali vere. Quindi propongono polizze di pochi giorni: una settimana o un mese 100 euro, 1 mese 200 euro. Parliamo di clienti che abboccano, perché attirati dai costi bassi e scappano da preventivi da capogiro: anche 2.000 o 3.000 euro l’anno. In quanto sono in classi di merito pessime, avendo causato 1 o più incidenti, e abitano in zone ad alto rischio sinistri e/o presunte frodi: Napoli e Caserta, ma anche Prato e altrove (fonte statistiche assicurative).

È notizia dei giorni scorsi la scoperta di una truffa colossale a Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano: con programmi di modifica delle immagini, una banda vendeva polizze assicurative, inserendo i loghi di compagnie assicurative importanti, come UnipolSai o Cattolica, a clienti che quindi compravano polizze auto e moto fasulle. In quattro sono accusati di truffa aggravata in concorso.

L’Ivass (Autotità di vigilanza) nel contempo IVASS ha ordinato la cessazione dell’attività di intermediazione assicurativa esercitata tramite i seguenti siti web che offrono abusivamente servizi assicurativi: http://www.luca-signorelli.com (accessibile anche digitando luca-signorelli.com), zurlobrokers.it, assicurasemplice.online, auito-gruppo.com, naioloassicurazioni.it, assigirva.it, adesso-nicola.com, rinnovoquixa.com. Per i domini http://www.luca-signorelli.com e luca-signorelli.com, è stato richiesto ai provider di telefonia e connettività di oscurare anche le versioni con URL http://www.luca-signorelli.com e luca-signorelli.com.
Sono siti che richiamano altri siti già esistenti e legali per trarre in inganno. Le attività di oscuramento da parte dei provider che operano sul territorio italiano sono in corso.

Sale così a 111 il numero dei portali farlocchi oggetto di ordine di cessazione da novembre 2023. Il guaio è che i criminali creano nuovi siti con inediti link, rinascendo di continuo dalle proprie ceneri.

Consigli utili

Per prevenire, è sempre opportuno consultare l’Ivass, sul sito al link di seguito https://www.ivass.it/cyber/siti-abusivi/.

L’Ivass raccomanda di adottare le opportune cautele nella valutazione di offerte
assicurative via Internet, telefono o messaggistica veloce (ad esempio, WhatsApp),
soprattutto se relative a polizze r.c. auto di durata temporanea.
In particolare, l’Autorità di vigilanza consiglia ai consumatori di controllare, prima del pagamento del premio, che i preventivi e i contratti siano riferibili a imprese e intermediari regolarmente autorizzati e di consultare sul sito IVASS le liste dei siti degli intermediari assicurativi regolarmente iscritti al RUI e dei siti delle imprese di assicurazione vigilate dall’Ivass (sul sito al seguente link https://www.ivass.it/consumatori/index.html i consumatori possono trovare molte utili informazioni.

Considerazioni finali

Alla base del fenomeno delle assicurazioni Rc auto temporanee false c’è un fattore cruciale: il caro prezzi che non conosce tregua. I costi delle polizze assicurative sono in costante aumento, spingendo molti automobilisti a cercare alternative più economiche, spesso cadendo nelle trappole tese dai broker fasulli. Nel primo trimestre del 2024, il prezzo medio di una polizza Rc auto si è attestato a 394 euro, segnando un aumento del 7,2% rispetto all’anno precedente. Questo incremento è parte di una tendenza al rialzo che prosegue ininterrotta da metà 2022. Ciò è in netto contrasto con le promesse fatte in passato: si era detto che l’introduzione del risascimento diretto avrebbe dovuto portare a una riduzione dei costi delle Rc auto.

Tuttavia, la realtà dei fatti è ben diversa. I prezzi continuano a salire, e questo spinge i consumatori, soprattutto quelli in classi di merito basse o residenti in aree ad alto rischio di sinistri come Napoli, Caserta e Prato, a cercare soluzioni apparentemente vantaggiose ma, in realtà, pericolose e illegali. Così, anziché risparmiare, finiscono per viaggiare senza copertura assicurativa, rischiando di dover risarcire personalmente eventuali danni causati in incidenti.

Attualità

PERITI ASSICURATIVI: A rischio regolarità delle stime e sicurezza stradale. 15 MAGGIO TAVOLA ROTONDA SUL TEMA

Sebbene liberi professionisti, i periti sentono tutti i giorni sulla loro pelle il peso e la fatica di dover combattere per ricevere il giusto riconoscimento in termini di stima e remuneratività per il lavoro svolto con professionalità e competenza, sia che si operi per grandi committenze sia che si lavori per singoli privati.

Si aggiunge alle tante criticità della professione di perito un’altra problematica. L’abusivismo delle perizie assicurative.

È per questo che l’associazione Aiped, a dimostrazione della sua vocazione per la tutela dei periti assicurativi e della loro professione, scende in campo nella lotta all’abusivismo e dice NO a tutte le possibili forme di elusione della normativa vigente che impone e dispone che l’attività di accertamento e stima dei danni derivanti dalla circolazione stradale restino riservate ai professionisti iscritti nel ruolo ex art. 157 Cap.

L’associazione denuncia pratiche poco trasparenti e violazioni della normativa.

A pagarne le conseguenze, oltre ai periti assicurativi, sono i danneggiati e, in generale, gli automobilisti per le naturali ed evidenti criticità dovute a perizie svolte da tecnici non abilitati!

Di seguito il comunicato stampa dell’associazione che per il giorno 15 maggio ha organizzato un Tavola Rotonda riservata agli iscritti durante la quale il Direttivo renderà note le attività compiute, sulle quali si avrà modo di discutere e confrontarsi.

Assicurazione

#RcAuto: Aumenti polizze anche in Europa

Rcauto: Come accade in Italia aumenti delle polizze anche in Germania.

Ma l’Italia resta in testa alla classifica, dove si paga in più rispetto alla media europea.

L’incremento dei premi Rca è dovuto a diversi fattori. Sicuramente uno dei fattori che incide sono i #ricambi (da anni vige una speculazione silente sui prezzi dei ricambi!), sicuramente incidono l’evoluzione tecnologia di molte componentistiche delle autovetture che vanno sostituite in caso di sinistro, poi c’è il fattore l’inflazione di questo periodo, ma non dimentichiamo un altro fattore di rilievo per l’aumento dei premi che riguarda la legge 118/2022, entrata in vigore il 1° gennaio 2023.

La norma ha esteso il sistema #Card (Convenzione tra gli Assicuratori per il Risarcimento Diretto) anche alle compagnie assicurative straniere.

Più volte è stato rilevato che il sistema Card ha fallito.

Dalla sua entrata in vigore, che assicurava la diminuzione dei premi, si è riscontrato un aumento costante degli stessi e un sistema di assunzione del rischio per l’assicurato sempre più vincolante e penalizzante.

Sarebbe il caso di riformare la rcauto?

Segue al link l’articolo di SicurAUTO.it che analizza la situazione tedesca.

About me, Curiosità

Perito AI o.. AHI?

AHI! (esclamazione).. Da perito fisico a perito ibrido, a perito virtuale, a perito fai da te, a perito a distanza o da remoto, a perito… AI!

(Scena: un tribunale improvvisato in un mondo alternativo dove tutti sono periti in qualche forma..)

Giudice: Ordine in aula! Oggi affronteremo il caso di una perizia particolarmente insolita. Chi è l’accusato?

Avvocato: Onorevole Giudice, l’accusato è il Signor Jack, conosciuto anche come “Il Perito Poliedrico“.

Giudice: Ah, il famoso Jack! Che cosa è accusato di fare stavolta?

Avvocato: L’accusa sostiene che abbia commesso il reato di confondere la perizia con una gamma di servizi espertizzati! Si è auto-proclamato perito ibrido, ecologico, a distanza, fai da te, virtuale, ecc.

Giudice: Interessante… Prosegui.

Avvocato: Il Signor Jack ha dichiarato di poter risolvere qualsiasi problema tecnico, gestionale, estimativo, da qualsiasi parte del mondo, usando solo un laptop e una connessione Internet.

Giudice: Ma questo non sembra un po’ esagerato?

Avvocato: Esattamente, onorevole giudice! Ma non finisce qui. Si è persino autonominato “Super Perito“, sostenendo di poter stabilire la validità di altre perizie!

Giudice: (scrollando la testa) Questo è assurdo. E cosa ha da dire l’accusato?

Accusato (Jack): Onorevole Giudice, membri della giuria, vi assicuro che la mia esperienza e la mia competenza di tutte queste “forme di perizia” sono assolutamente legittime! Ho attraversato deserti di codice sorgente, scalato le montagne di manuali tecnici e navigato negli oceani di dati. Sono il Perito Poliedrico, il maestro di tutte le arti peritali!

Giudice: Beh, Signor Jack, sembra che abbia avuto un’avventura abbastanza straordinaria. Ma per quanto riguarda la legge, siamo qui per decidere se è colpevole o meno. La corte è sospettosa riguardo alla sua modalità di “perizie”. Abbiamo bisogno di prove concrete!

Accusato (Jack): Onorevole Giudice, permettetemi di dimostrare la mia abilità con una perizia Live (in diretta), a distanza, su un caso reale! Basta un attimo e…

Giudice: (interrompendo) Mi dispiace, Signor Jack, ma in questa aula non possiamo permettere dimostrazioni a distanza..

Accusato (Jack): (sospirando) Va bene, onorevole Giudice. Ma vi prego di credere che sono il Perito migliore che questa corte abbia mai visto!

Giudice: Vedremo, quanto è vero ciò nel corso di questo processo. Intanto, la corte è sospesa sino alla prossima udienza.

Vedremo se si tratta di perizia oppure di imperizia..

LM

Trov@ti in rete

Tabella unica nazionale macrolesioni: il Consiglio di Stato dice no!

E’ dello scorso mese la notizia della bozza di decreto approvata dal Governo relativa alle macrolesioni di cui all’art. 138 del Cap. Si era detto che era necessario attendere il parere del Consiglio di Stato affinché la bozza divenisse definitiva. Si rinvia al seguente contributo per maggiori approfondimenti https://avvocatofusco.com/diritto-assicurativo-responsabilita-civile/approvata-tabella-unica-nazionale-sulle-lesioni-cd-macropermanenti/

Purtroppo il Consiglio di Stato ha detto no! E le ragioni evidenziano una certa superficialità di metodo e di contenuti da parte del legislatore di secondo grado. 

Proviamo a vedere più da vicino i motivi della sospensione del parere e cosa dovrebbe poi accadere in  sede normativa. 

Numero 00164/2024 e data 20/02/2024 Spedizione – PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE CONSULTIVA 

Fatte le premesse formali, il CdS esordisce ricordando la finalità dell’intervento regolamentare del Governo nella predisposizione delle tabelle in attuazione dell’art. 138 cit.: essa deve realizzare un duplice obiettivo: 

a) di “garantire il diritto delle
vittime […] a un pieno risarcimento del danno non patrimoniale effettivamente subìto”;
b) di “razionalizzare i costi gravanti sul sistema assicurativo e sui consumatori”
(articolo 138, comma 1).

Sebbene concorrenti, tali obiettivi non si collocano sullo stesso piano, spiega il CdS.

Rispetto al primo obiettivo, si rimarca la necessità che i criteri adottati siano tali da assicurare l’effettività e l’integrità del risarcimento del danno, ivi incluso quello morale. Sul piano operativo, l’art. 138 cit. comma 2 richiama la necessità di tener conto dei criteri di valutazione ritenuti congrui dalla consolidata giurisprudenza di legittimità.

“Il richiamo all’acquis giurisprudenziale mira, con ogni evidenza, a salvaguardare, negli intendimenti del legislatore, la garanzia di effettività e congruenza del risarcimento del danno anche nel quadro delle tabelle “ministeriali” di nuovo conio e a scongiurare, in prospettiva programmatica, valutazioni al ribasso rispetto agli assetti remediali da riguardarsi quali tendenzialmente consolidati”.

Tutto ciò “al fine di scongiurare il rischio degli automatismi traslativi in danno della collettività dei consumatori e degli utenti, attraverso l’incremento dei premi contrattuali”.

Sotto questo primo aspetto, il provvedimento del Ministero del Made in Italy risulta, secondo il CdS, compromesso sotto il profilo strettamente formale. Manca infatti una chiara presa di posizione del Ministero di Giustizia, che lungi dall’esprimere la sua posizione attraverso il semplice silenzio o assenso, avrebbe dovuto effettivamente contribuire alla emanazione dello schema di decreto che, proprio perchè interministeriale, dovrebbe essere concertato tra i vari ministeri coinvolti. 

“Con specifico riferimento allo schema di decreto in esame, si deve ripetere che il coinvolgimento del Ministro della giustizia appare correlato alla necessaria ed impegnativa verifica, in chiave retrospettiva, della complessiva coerenza dell’intervento con gli orientamenti maturati dalla giurisprudenza “consolidata” in punto di risarcimento del danno non patrimoniale e, in chiave prospettica, dell’impatto della regolazione sulla attività giurisdizionale e sulle modalità di liquidazione dei danni”.

“Già sotto questo primo profilo, l’erogazione del parere deve essere sospesa, in attesa di una adeguata rinnovazione dell’attività di concertazione interministeriale”.

Passando poi all’esame del merito, il CdS formula altre osservazioni sulle scelte compiute dal Governo per la definizione dei punti tabellari. Ancora una volta, dopo attenta disamina, il verdetto finale appare decisamente negativo. 

“Osserva il Collegio che la complessiva razionalità dell’operazione algoritmica implementata – di per sé non arbitraria ed anzi tecnicamente necessitata – appare, per un verso, concretamente compromessa, e resa non compiutamente intellegibile, da un approntamento non adeguato e non aggiornato dei dati aggregati di riferimento e, per altro verso, inficiata da una surrettizia inversione metodologica, rispetto alle direttive scolpite dalla base normativa”.

Insomma, il Consiglio di Stato pare rimproverare al Ministero l’eccessiva frettolosità e approssimazione nell’elaborazione dei dati di partenza per arrivare alla determinazione dei valori monetari finali che non soddisferebbero affatto il criterio della congruità del risarcimento. 

I dati a cui ha attinto il Ministero del Made in Italy sono, secondo il CdS, poco aggiornati, sebbene elaborati dall’Ivass.

Inoltre, “l’analisi trascura il complessivo confronto comparativo con lo status quo, sia in termini assoluti, sia in termini relativi, in relazione ai diversi gradi di invalidità, in tal modo non offrendo elementi per scongiurare il rischio di regressione dei risarcimenti”.

Da ultimo, passaggio assolutamente significativo, il monito a non adottare soluzioni che appaiano sbilanciate in favore delle compagnie assicurative:

“La sostenibilità degli impatti economici sul sistema assicurativo non può essere acquisita e valorizzata quale vincolo ex ante (ovvero limite rigido e predefinito) per una diluita scansione parametrica dei potenziali esiti remediali, in funzione di generalizzato ed ingiustificato temperamento o, perfino, di misurata e programmatica riduzione della tutela delle vittime”. ” Merita, con ciò, di essere nuovamente rimarcato che la direttiva di razionalizzazione dei costi gravanti sul sistema assicurativo – che asseconda, per un verso, le aspettative di certezza, calcolabilità e prevedibilità degli operatori economici e dovrebbe contribuire a disincentivare, in prospettiva predittiva, il contenzioso e a favorire la definizione stragiudiziale delle pratiche di liquidazione – non va intesa quale ragione di deminutio della
pienezza, effettività ed adeguatezza della tutela che va riconosciuta alle vittime di eventi dannosi”.

In conclusione, il Consiglio di Stato sospende l’emanazione del parere in attesa che i soggetti coinvolti si adoperino per colmare le lacune indicate secondo le direttive fornite. 

© Annunziata Candida Fusco

Si allega il parere integrale Parere SCD tabelle

About me, Mondo Perito

Tra Yeti, leggende e chi ce l’ha..

Come uno Yeti, dopo un periodo di silenzio (da blogger) sono pronto ad emergere dal silenzio digitale e condividere nuovamente la mia voce nel mondo assicurativo per raccontarvi una storia che potrebbe sembrare tanto incredibile quanto l’avvistamento di uno Yeti nel deserto.

Come uno Yeti che si nasconde tra le leggende, così il mio blog è scomparso nel mistero tra i cambiamenti, la ricerca di nuove ispirazioni e il bisogno di nuove sfide che mi ha portato a prendere una pausa così lunga.

Mentre lo Yeti rappresenta il mistero nelle terre inesplorate, il blogger rappresenta la voce digitale che ritorna per un nuovo racconto che non può rimanere silente.

Partiamo da una notizia di attualità.

Parliamo della partnership apparsa sui social tra i due gruppi: Sogesa e Metakol.

Al di là della réclame per la partnership aziendale che annuncia strumenti di avanguardia e di innovazione dei sistemi assicurativi, la ricerca di processi automatizzati e avanzati nella gestione dei sinistri e nella loro liquidazione dei danni ai veicoli, la mia attenzione si è soffermata sulla definizione al quanto bizzarra: “[…] con foto dei danni scattate dall’automobilista […] e […] l’ispezione preventiva del veicolo è effettuata direttamente dall’assicurato […]”.

Facendo una breve ricerca, si rileva che “accertamento tecnico e ispezione preventiva hanno la funzione di consentire la raccolta della prova in una situazione di urgenza”.

A definirlo è l’art. 696 del Codice di Procedura Civile (c.p.c.).“Chi ha urgenza di far verificare, prima del giudizio, lo stato di luoghi o la qualità o la condizione di cose, può chiedere, a norma degli articoli 692 e seguenti, che sia disposto un accertamento tecnico o un’ispezione giudiziale. L’accertamento tecnico e l’ispezione giudiziale, se ne ricorre l’urgenza, possono essere disposti anche sulla persona dell’istante e, se questa vi consente, sulla persona nei cui confronti l’istanza è proposta.

L’accertamento tecnico di cui al primo comma può comprendere anche valutazioni in ordine alle cause e ai danni relativi all’oggetto della verifica.

Il presidente del tribunale, [il pretore] o il giudice di pace provvede nelle forme stabilite negli articoli 694 e 695, in quanto applicabili, nomina il consulente tecnico e fissa la data dell’inizio delle operazioni”.

In particolare, nell’ispezione giudiziale, il periculum in mora consiste nell’urgenza di compiere una ispezione sulla persona delle parti o di terzi o sulle cose (ivi compresi i luoghi) in loro possesso; nell’accertamento tecnico, urge che un tale accertamento sia compiuto da un consulente tecnico, nominato dal giudice.

Quindi, appare evidente che quando parliamo di accertamento o di ispezione bisogna ricordarsi che per tali attività devono essere svolte dal consulente tecnico.

Fino a prova contraria, è bene ricordare che in ambito stragiudiziale tale funzione di accertamento, di ispezione spetta al Perito Assicurativo, quale professionista abilitato all’accertamento e alla stima dei danni delle cose derivanti dalla circolazione disciplinata dell’art. 156 D. Lgs. 209/2005 (Codice delle Assicurazioni Private).

È utile ricordare, ancora, che tale attività (accertamento e stima dei danni) non può essere esercitata da chi non sia iscritto nel ruolo nazionale tenuto da CONSAP, come disposto dall’art. 156, comma 1 cit., ed in mancanza dei requisiti di cui al successivo art. 158.

Ritornando alla notizia di attualità, sembrerebbe l’ultima trovata delle tante ricordando tra le altre, la piattaforma Insoore (Insoore – rilevazioni in real time e on demand) con la sua “ispezione fotografica”, al fine di esulare la figura del Perito nello svolgimento dell’accertamento del danno, affliggendo una categoria peritale sempre più agonizzata dalla supremazia assicurativa.

È utile ricordare, infine, che l’attività di ispezione fotografica o “l’ispezione preventiva” finalizzata alla redazione di una stima assicurativa ricade nell’ambito dell’attività libero professionale di cui all’art. 156 cit., nel senso che le fotografie utilizzate in uno specifico elaborato peritale devono essere “scattate” dal perito incaricato e non da soggetti terzi, trattandosi di un’attività funzionale e prodromica alla redazione della stima peritale.

Non lo dico io.. Ma è quanto affermato da CONSAP e sostenuto anche dalle associazioni di categoria, nell’attesa che Istituzioni e Organi di Vigilanza forniscano una risposta ai molteplici quesiti.

Nel frattempo..

Mentre da una parte accade tutto questo, mentre lo Yeti si muove inosservato tra i ghiacci e il blogger ha fatto misteriosamente sparire la sua voce digitale, c’è chi tra le vette delle montagne avvolte dal mistero e tra gli abissi di una valle remota racconta di avvenimenti epici al fin di mostrarsi per “chi ce l’ha più grosso”.

L’espressione idiomatica utilizzata, seppur incisiva, serve per descrivere una mentalità competitiva in cui le persone cercano di dimostrare la loro superiorità, spesso attraverso confronti, provocazioni o esibizioni pubbliche. Un concetto strettamente correlato alla competizione, all’ego e al desiderio di primeggiare sugli altri.

Tuttavia, bisogna notare che il concetto “chi ce l’ha più grosso” può portare a comportamenti negativi, come competizioni malsane, invidie, intimazioni oppure l’uso della propria posizione per sopraffare gli altri. Una mentalità che spesso può essere dannosa per le relazioni personali e per la collettività nel suo insieme.

Nel nostro contesto, questo concetto si manifesta in vari aspetti, cadendo nell’illusione che il valore di una persona sia determinato esclusivamente dalla grandezza di ciò che possiede o che dice.

Questa continua ossessione per la virilità può essere dannosa e limitante per una intera categoria con la continua manipolazione, l’aggressività e la denigrazione degli altri.

Mentre sarebbe auspicabile una comunicazione rispettosa, consapevole ed essenziale per costruire una collettività più inclusiva e corretta delle differenze individuali e il rispetto reciproco dei ruoli.

Consiglio furbo: Concentrarsi esclusivamente sul concetto di “chi ce l’ha più grosso” può danneggiare le relazioni interpersonali, contribuendo a rafforzare le differenze di pensiero, alla perpetuazione di stereotipi”.

Dovremmo lavorare insieme per superare queste idee limitanti e promuovere un’idea più inclusiva e rispettosa del Perito come professionista.

Buon ANNO dallo Yeti e dal Blog!!!

Attualità

Rc Auto: consumatori, carrozzieri, periti, agenti assicurativi e familiari vittimedella strada fanno fronte comune contro le clausole vessatorie

E’ stata presentata qualche giorno fa una proposta ed un emendamento congiunto al Ddl Concorrenza per salvare assicurati e operatori dallo strapotere delle imprese assicuratrici e garantire il rispetto delle leggi.

In tema di Rc auto per la prima volta in Italia le associazioni dei consumatori aprono un fronte comune con carrozzieri, periti, agenti assicurativi e familiari vittime della strada per chiedere a Governo e Parlamento lo stop alle clausole vessatorie imposte dalle compagnie di assicurazioni ai propri clienti.

In particolare è di assoluta necessità che gli emendamenti presentati volti a favorire la concorrenza nel mercato delle riparazioni vengano accolti in una loro unitaria riformulazione come proposto.

Si tratta di norme condivise dalle associazioni rappresentative dei consumatori e delle imprese e dei professionisti della filiera rc auto e supportati da sei consigli regionali, un consiglio provinciale, da un ordine del giorno approvato da un ramo del parlamento.

Si tratta di una esigenza primaria sentita dalle associazioni in quanto è a rischio occupazione un intero comparto produttivo composto da più di 20.000 tra aziende e professionisti che occupano direttamente oltre 100.000 addetti.

Per tali motivi le associazioni hanno proposto a Governo e Parlamento un testo di emendamento al Ddl concorrenza che potrebbe riportare legalità nel mercato Rc auto e garantire i diritti di tutte le parti coinvolte.

Per tali ragioni è stato anche richiesto un incontro urgente presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere ed approfondire dell’importante e grave scelta politica da compiere nella Legge Concorrenza.

Per tali motivi le associazioni hanno proposto a Governo e Parlamento un testo di emendamento al Ddl concorrenza che potrebbe riportare legalità nel mercato Rc auto e garantire i diritti di tutte le parti coinvolte.

L’Aiped, già nella sua nota del 25 ottobre u.s. aveva espresso il suo parere favorevole alla mobilitazione corporativa, evidenziando che in molti casi i danni riparati dalle reti fiduciarie spesso non sono periziati ma valutati indirettamente, al contrario i danni riparati fuori rete vengono sempre obbligatoriamente periziati con maggiore controllo.

La continua distorsione della normativa da parte delle compagnie sta comportando riflessi negativi occupazionali anche per il settore peritale” – così conclude rincarando la dose il presidente Aiped, Luigi Mercurio.

Sul sito AIPED il comunicato stampa

Di seguito riportiamo l’articolo completo di ANSA Motori

https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/mondo_motori/2023/11/04/rc-auto-fronte-comune-contro-le-clausole-vessatorie_e0f0c767-abc4-4fc9-9aa4-3a6f16cd484f.htmlhttps://www.ansa.it/canale_motori/notizie/mondo_motori/2023/11/04/rc-auto-fronte-comune-contro-le-clausole-vessatorie_e0f0c767-abc4-4fc9-9aa4-3a6f16cd484f.html

Giurisprudenza

Videosorveglianza urbana: è possibile l’accesso agli atti se utile alla ricostruzione del sinistro stradale

Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo (fonte AIPED)

Commento a Tar Marche sent. 4.09.2023 n. 538

Il Tar Marche ribadisce un principio già noto ma forse non ancora recepito dalle amministrazioni locali: le immagini della videosorveglianza urbana sono atto amministrativo e come tali possono costituire oggetto di atto di accesso agli atti ai sensi dell’art. 22, l. 241/90. C’è ovviamente da contemperare le esigenze del cittadino istante con quello di tutelare la privacy di altri soggetti estrani al sinistro che quindi vanno protetti e tutelati.

Il fatto

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Ci sono modi e modi per dire le cose! Umiltà, rispetto e saggezza

“Chi modera le sue parole possiede la conoscenza, e chi ha lo spirito calmo è un uomo prudente”

In un mondo affollato da parole e idee, spesso dimentichiamo quanto sia fondamentale il modo in cui comunichiamo con gli altri. Le parole hanno il potere di costruire o distruggere, di ispirare o ferire, di unire o dividere. Tra i vari modi di esprimere le nostre opinioni, l’umiltà e il rispetto si elevano come i pilastri fondamentali per una comunicazione sana e costruttiva.

L’umiltà ci ricorda che non siamo onniscienti, che abbiamo ancora tanto da imparare dagli altri e che siamo aperti a considerare nuove prospettive. Essa ci spinge a riconoscere i nostri limiti e a evitare di assumere un atteggiamento presuntuoso nei confronti degli altri. Quando parliamo con umiltà, ci esprimiamo con modestia e gentilezza, evitando di mettere in mostra la nostra superiorità o di sminuire le opinioni altrui.

Il rispetto, d’altra parte, è il fondamento di ogni interazione sociale armoniosa. Significa riconoscere il valore intrinseco di ogni individuo, indipendentemente dalle sue opinioni, credenze o background. Quando comunicando con rispetto, ascoltiamo attivamente gli altri, diamo spazio alle loro opinioni e mostriamo empatia verso le loro esperienze.

Mentre, la saggezza è una virtù preziosa che va oltre la conoscenza intellettuale. Essa abbraccia la capacità di applicare il buon senso, la comprensione e la giusta misura nelle nostre azioni e parole. Nel contesto della comunicazione, la saggezza si manifesta nel saper dire la cosa giusta, al momento giusto, nel modo giusto.

Il problema sorge quando ci dimentichiamo di questi principi e ci lasciamo trascinare dall’impulso di imporre le nostre idee sugli altri, senza considerare le loro prospettive. Questo atteggiamento ostile e chiuso porta solo a divisioni e conflitti.

Dunque, come possiamo applicare l’umiltà, il rispetto e la saggezza nella nostra comunicazione?

Innanzitutto, dovremmo prendere il tempo di ascoltare veramente gli altri senza interrompere o giudicare prematuramente. Cerchiamo di comprendere il loro punto di vista e imparare dalle loro esperienze.

Inoltre, quando esprimiamo le nostre opinioni, facciamolo con delicatezza e misura. Non c’è bisogno di alzare la voce o essere aggressivi per far valere il nostro punto di vista. La pacatezza e l’empatia nella comunicazione ci aiutano a costruire ponti invece di muri.

Impariamo ad accettare le critiche e le opinioni diverse dalle nostre senza prenderle come attacchi personali. Ognuno ha il diritto di esprimere il proprio pensiero, e se rispettiamo questa diversità di vedute, arricchiremo le nostre conoscenze e le nostre relazioni.

Dire la cosa giusta significa esprimere il messaggio appropriato per la situazione specifica. Non si tratta solo di dire ciò che è veritiero, ma anche di considerare le esigenze e le opinioni degli altri. In tal senso, la saggezza ci aiuta a scegliere le parole con attenzione, evitando di offendere o ferire gli altri.

Allo stesso modo, il momento giusto è cruciale nella comunicazione. Impariamo a comprendere quando è opportuno parlare e quando è meglio tacere. Ciò significa rispettare il momento emotivo o il contesto in cui ci troviamo.

Il modo giusto riguarda la forma e il tono della nostra comunicazione. Una giusta comunicazione implica adattarsi al nostro interlocutore e scegliere un linguaggio appropriato. Essere assertivi, ma non aggressivi, dimostrare empatia e comprensione e utilizzare una comunicazione non verbale positiva possono fare la differenza nella ricezione del nostro messaggio.

Per finire..

La comunicazione umile e rispettosa è un dono prezioso che possiamo offrire agli altri e a noi stessi. Essa promuove un dialogo costruttivo e ci aiuta a costruire legami più solidi con le persone che ci circondano. Mentre la saggezza nella comunicazione è un’arte preziosa che richiede un equilibrio tra ciò che diciamo, quando lo diciamo e come lo diciamo. Questa abilità non solo migliora la qualità delle nostre interazioni con gli altri, ma ci rende anche più consapevoli delle sfumature delle relazioni umane. Se coltiviamo la saggezza nel modo in cui comunichiamo, potremo contribuire a creare un mondo in cui le parole siano strumenti di connessione e comprensione, anziché fonte di conflitti e incomprensioni.

Quindi, ricordiamoci sempre che “ci sono modi e modi per dire le cose!”, e che l’umiltà, il rispetto e un pizzico di saggezza sono tra i migliori modi di tutti!

Assicurazione

Assicurazioni, Periti denunciano: Intelligenza artificiale sta sostituendo professionisti del comparto

Con un comunicato stampa dello scorso 28 maggio l’AIPED, l’Associazione Italiana Periti Estimatori Danni, interviene a muso duro sulla questione dell’Intelligenza Artificiale (AI). che sta progressivamente sostituendo l’attività sul campo dei periti assicurativi.

Il caso è stato portato anche all’attenzione della Consap nel corso di un confronto tenutosi lo scorso 10 maggio mirato a migliorare la figura del perito nell’attuale sistema normativo e di mercato. Si è trattato di un incontro positivo e proficuo nel quale, spiegano da Aiped, c’è stata la disponibilità e l’apertura di CONSAP nei limiti dei propri poteri ad approfondire le istanze formulate dai periti a tutela della categoria.

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Sono diverse le criticità denunciate da Aiped e dalle altre associazioni peritali: “Oggi si assiste ad un vero stravolgimento del concetto di perizia – denuncia il presidente Aiped, Luigi Mercurio – L’utilizzo sempre più diffuso dei sistemi da remoto, perizie in authority, videoperizie e addirittura il crescente ricorso alla IA (intelligenza artificiale) da parte delle compagnie di assicurazioni pone seri dubbi sulla compatibilità di tali modalità operative con il quadro normativo che consente la stima del danno solo ai periti iscritti al ruolo.”

Le modalità oggi utilizzate nell’esercizio dell’attività peritale stanno degenerando. “Si segnalano perizie svolte con la collaborazione di rider che ispezionano i veicoli quando non sono i danneggiati a farlo utilizzando il proprio smartphone,” spiegano da Aiped, “tutte condotte che rischiano di snaturare il ruolo del perito e della perizia nel mercato assicurativo”.

A questo si aggiungono le sempre maggiori concentrazioni di incarichi peritali a società di gestione dei sinistri, che sta evidenziando gravi criticità anche per l’esistenza di sempre maggiori vincoli cui è sottoposto nelle proprie valutazioni il perito in un quadro sconfortante che rischia di snaturarne il ruolo. “I pericoli di tali cambiamenti non sono solo per gli operatori del settore, ma anche per i cittadini e gli assicurati: una perizia svolta da remoto o tramite IA, oppure condotta da operatori non qualificati, non consente di accertare con precisione la complessità di un danno da sinistro stradale. Questo significa che, in caso di sottostima dei danni, l’assicurato riceverà un risarcimento inferiore a quello cui avrebbe diritto. In caso di sovrastima, invece, la compagnia subirà un maggiore costo che sarà scaricato sugli utenti finali attraverso un incremento delle tariffe Rc auto, che negli ultimi mesi, come certifica anche l’Istat, hanno ripreso a crescere”.

“È fondamentale quindi che la perizia sia il risultato delle attività di accertamento, di analisi e di valutazione al fine di certificare la migliore tecnica riparativa, la qualità delle riparazioni a regola d’arte, la sicurezza per l’automobilista, la giusta quantificazione del danno” – conclude Luigi Mercurio.

Per tali motivi l’Aiped ha presentato una serie di proposte alla Consap, tra cui:

– ottimizzare i livelli di competenza e formazione del perito;

– prevedere la formulazione di un elaborato peritale che risponda a criteri univoci e condivisibili anche con gli altri attori della filiera come i riparatori e le case costruttrici;

– prevedere la formulazione di un elaborato per la valutazione dei valori commerciali dei veicoli attraverso una ricerca di mercato.

Fonte: AIPED – Associazione Italiana Periti Estimatori Danni

Mondo Perito

Lettera aperta di PASQUA

Lettera aperta di Pasqua

Nel corso degli anni più volte abbiamo lanciato l’allarme sulle criticità, sulle prospettive future del perito assicurativo, sui cambiamenti necessari e sulla necessità di unire le forze.

Nessuno di questi allarmi sembra però aver ottenuto i risultati auspicati.

Hanno certamente inciso le divisioni interne alla categoria, l’individualismo, la paura di perdere quello che viene ormai percepito come una sorta di posto fisso.

In tanti hanno finto di non percepire la reale portata del pericolo che sta correndo una professione che prova a reinventarsi quando in discussione c’è invece la stessa sopravvivenza.

Nessuna delle iniziative legislative, seppur necessarie, risulta attuata e attuabile.

I rapporti tra perito e compagnie assicurative sono rimasti saldamente sbilanciati a favore di queste ultime capaci di imporre ogni diktat possibile e immaginabile.

Va precisato che la “figura professionale” del perito assicurativo fu creata ad hoc per il mondo assicurativo con la Legge 166/92 ed il ruolo veniva gestito dall’ex ISVAP (ora Ivass). Con il Nuovo Codice Delle Assicurazioni Private, la gestione del ruolo passò dall’Isvap alla Consap e disciplinato dal Regolamento Consap n. 1 del 23 ottobre 2005.

C’è un grave aspetto da evidenziare, in quanto seppur la Consap si è espressa ultimamente, non sono stati chiariti i nostri dubbi.

Il comma 2 dell’articolo 156 del Codice delle Assicurazioni Private che recita: “le Imprese di Assicurazioni possono effettuare l’accertamento e la stima dei danni alle cose derivanti dalla circolazione, dal furto e dall’incendio dei veicoli a motore e dei natanti”.

Non è affatto chiaro e non viene specificato attraverso quali canali, con quali metodi, quale personale poi vengano espletati tali accertamenti peritali.

Noi confidiamo che le compagnie si affidino a periti abilitati, anche se all’interno delle proprie strutture, e non a dipendenti generici che magari hanno svolto solo dei corsi specifici.

Si è diffusa la “perizia in Authority”, seguita poi dalla “videoperizia”, ossia la perizia da remoto, in cui il danneggiato o il riparatore preposto al ripristino del veicolo invia all’ufficio Authority documentazione fotografica, oppure attraverso un video si acquisiscono i fotogrammi del veicolo e del danno in essere. Nate come procedure di accertamento dei danni in riparazione presso le carrozzerie convenzionate, sono ormai sistemi che si tenta di adottare universalmente.

Queste metodologie nascondono in sé l’insidia della perizia preventiva che spesso risulta approssimativa e distante dalla reale entità dei danni riportati dal veicolo sia in difetto che in eccesso, con tutte le conseguenze del caso.

Ne consegue poi, la illiceità delle attività di accertamento del danno mediante affidamento a società di delivery del compito di fotografare i veicoli; la illiceità delle attività di accertamento da remoto effettuate sul posto direttamente dal danneggiato o da soggetti non abilitati e da remoto da operatori amministrativi e dunque in entrambi i casi da soggetti non abilitati.

Inoltre, la illiceità ex art. 308 c. 2 Codice delle Assicurazioni Private di comunicazioni trasmesse agli assicurati mediante le quali gli stessi sono indirizzati presso strutture riparative convenzionate asserendo ingannevolmente che tali strutture sarebbero incaricate di svolgere perizie sul danno.

Non siamo certamente sfavorevoli all’utilizzo di nuove tecnologie qualora queste vengano adottate da un perito abilitato che ne conosca i limiti di utilizzo e che possa quindi, se opportuno, compensare con un accesso diretto al veicolo ed accertare il danno con autonomi, con garanzia di trasparenza e sicurezza del processo riparativo.

È evidente a tutti la posizione dominante della committenza assicurativa, condizionandone il mercato con un atteggiamento lesivo, non solo nei confronti del perito assicurativo ma anche dei consumatori (assicurati e danneggiati) e degli autoriparatori.

Il consumatore che, nella catena del risarcimento è l’individuo debole, non ha più quella figura di riferimento autonoma che nella fattispecie dovrebbe essere il perito.

Infatti, quando la committenza assicurativa fa intervenire il perito, quest’ultimo appare vincolato da contratti in cui il suo intervento è influenzato da dinamiche economico-commerciali della stessa committenza.

Il risultato è una perizia eseguita da un tecnico non più autonomo. E tutto ciò rischia di compromettere l’equo risarcimento del danno che deve ottenere il consumatore.

Noi Periti siamo fortemente influenzati nel metodo valutativo dalla compagnia assicurativa, siamo diventati catalizzatori di veicoli presso carrozzerie convenzionate distogliendo il danneggiato a ricorrere al proprio riparatore di fiducia.

Influenzati dall’utilizzo di software dove costi di mano d’opera, tempari, valutazioni economiche del danno sono predefiniti, lasciando praticamente poco spazio alla nostra opera di stima da adattare al caso concreto.

È evidente, quindi, che gli aspetti di autonomia e di terzietà (auspicabili) sono venuti meno proprio in virtù del vincolo contrattuale tra la committenza assicurativa e la rete peritale.

Nessuno ha ritenuto, fino ad oggi, di dover vigilare sull’autonomia della categoria peritale e sulla terzietà del suo operare. Invece, criticità e problematiche esistono e sono preoccupanti.

Come abbiamo più volte segnalato, le perizie vengono eseguite sulla base di direttive delle imprese di assicurazioni, sia nel merito delle tariffe orarie di manodopera da riconoscersi agli autoriparatori, sia mediante l’utilizzo di software predisposti direttamente dalle stesse, che valutano gli interventi di riparazione sulla base di algoritmi anziché mediante un metodo scientifico, obiettivo e tecnicamente condivisibile.

Mentre noi Periti siamo condizionati in vista del raggiungimento degli obiettivi aziendali, utilizzando anche mezzi coercitivi al fine di ottenere maggiori utili dalla gestione del sinistro.

Il perito, infatti, viene valutato periodicamente (anche mensilmente) non in base a parametri tecnici, ma prettamente da parametri aziendali, ossia:

– IMPORTI MEDI DEL PERIZIATO

– TEMPI DI CONSEGNA DELL’ELABORATO

– PERCENTUALE E IMPORTO MEDIO DEI DANNI CONCORDATI CON I DANNEGGIATI.

Il mancato rispetto da parte del perito degli obiettivi prefissati dall’azienda può comportare l’irrogazione di provvedimenti sanzionatori quali: il richiamo, la sospensione fino a determinarne la chiusura del rapporto collaborativo.

Si può capire bene come il sistema attuale costituisca un grave pericolo con quei princìpi che sono alla base dell’esecuzione dell’incarico peritale. Il perito, lo ricordiamo, è infatti tenuto a comportarsi con diligenza, correttezza e trasparente restando autonomo e indifferente alle parti e senza subire pressioni dalla parte di chi occupa la posizione dominante del rapporto lavorativo.

Tutto questo a danno dell’automobilista, quindi del consumatore, che non ha nessuna tutela o se vuole un minimo di tutela dovrà essere costretto ad anticipare spese e costi per far valere i suoi diritti.

Con tali premesse, ci siamo proposti quale associazione indipendente, che vuole riconsegnare al perito la sua autonomia, la libertà che in questi anni ha perduto.

Ci mettiamo anche nei panni dei colleghi che offrono la propria professionalità per la committenza assicurativa. Molti di loro sfiduciati, molti hanno il timore di confrontarsi o di ribellarsi al volere della propria mandante ed esporre il proprio parere.

Quotidianamente apprendiamo di colleghi che vengono lasciati a casa per cambiamenti dei vertici dirigenziali o per l’assorbimento tra i gruppi assicurativi.

Periti che, poi, preferiscono non associarsi per il timore che le mandanti non gradiscano alcune prese di posizioni delle associazioni di categoria.

Alcune delle quali disertano tavoli di confronto quando possa apparire sgradevole nei confronti delle stesse Imprese Assicuratrici.

Ed infine, la continua strumentalizzazione del Perito, l’utilizzo sistematico di solo una parte dei periti iscritti al ruolo, l’avvento di grandi società peritali, di strumenti tecnologici e l’utilizzo di personale “non abilitato” è una netta violazione dei princìpi di concorrenzialità e di violazione delle norme di legge.

Cosa auspichiamo per il nostro futuro?

Reale autonomia del perito; un organo di controllo e di gestione degli affidamenti incarichi; un ente che non sia direttamente collegato alle Imprese di Assicurazioni.

AugurandoVi Buona Pasqua

Luigi Mercurio

Mondo Perito

La denuncia di AIPED a tutela della categoria: non compete ai periti valutare il costo orario delle carrozzerie

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’AIPED – Associazione Italiana Periti Estimatori Danni.

Attività peritale e valutazione dei costi orari delle aziende di autocarrozzeria

Il direttivo AIPED, a seguito di plurime segnalazioni ricevute, ritiene opportuno intervenire a tutela degli associati ribadendo i principi generali che regolano l’attività peritale che è disciplinata dall’art. 156 del D.lgs. n. 209/2005 Codice delle assicurazioni private. Tale norma definisce la professione del perito in ambito assicurativo come attività complessa rivolta “all’accertamento e alla stima dei danni alle cose derivanti dalla circolazione, dal furto e dall’incendio dei veicoli a motore e dei natanti”.

Per quello che concerne la stima dei danni ai veicoli l’attività del perito assicurativo è rivolta in concreto a determinare e stimare il danno sotto il profilo tecnico, vale a dire stimare tra le altre cose i tempi necessari per la riparazione del veicolo, individuando le sostituzioni e/o le riparazioni necessarie, valutando altresì l’eventuale antieconomicità di tali riparazioni.

Esula invece dall’attività del perito assicurativo l’individuazione e/o la stima del costo orario aziendale delle imprese di autocarrozzeria che costituisce elemento distinto dalla stima del danno. Ciascun autoriparatore, in virtù della libertà imprenditoriale, adotta la propria tariffa per la manodopera nell’ambito del mercato di riferimento.

Nello specifico non si ritiene possa costituire attività inerente alla stima del danno, l’espressione di giudizi sul costo orario applicato dall’impresa di carrozzeria e/o del costo dei materiali di consumo. La determinazione dei costi è infatti basata sull’analisi delle attività e presenta caratteristiche specifiche e distinte e diverse tra le imprese sul mercato.

Anche la eventuale richiesta di individuare costi orari omogenei e predefiniti per categorie o fasce di carrozzerie asseritamente assimilabili costituisce esclusivamente prassi residuale da cessati accordi su base convenzionale dal momento che non è compito del perito assicurativo esprimere valutazioni sulle aziende artigiane o sulle imprese artigiane.

Poiché è noto che l’attività peritale, nel rapporto con le mandanti assicurative, incorre in criticità proprio sul punto “costo orario”, voce che necessariamente deve essere indicata nelle perizie per consentire una quantificazione economica del danno, si ritiene opportuno ribadire a tutela della categoria che tali richieste non possano e non debbano trovare accoglimento dal momento che, ove esaudite, possono essere fonte di responsabilità diretta del perito.

Per tali ragioni, essendo noto che l’attività del perito secondo la legge deve svolgersi con “diligenza, correttezza e trasparenza” requisiti che inducono a ritenere che la figura del perito debba tendere ad operare con caratteristiche di terzietà, si conferma che valutazioni e giudizi relativi a costi orari e dei materiali di consumo non costituiscono oggetto diretto dell’attività professionale del perito assicurativo.

L’Ufficio Stampa AIPED

Mondo Perito

Professionisti dello sciacallaggio

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Sono alle prese con la lettura e lo studio della riforma sull’equo compenso, ma purtroppo devo riscontrare le azioni dei professionisti dello “sciacallaggio”.

Urge pensare al futuro del lavoro di perito, urge professionalizzare un settore ormai paragonabile ai “rider delle consegne”, ai quali va tutto il mio il rispetto e tutta la mia stima per le lotte che stanno facendo per i propri diritti contro le multinazionali delle consegne a domicilio.

Urge riorganizzare una categoria ormai malata e in balia di sé stessa.

E invece?

Non più periti, non più professionisti, ma semplici operatori che appena ti arriva la notifica sullo smartphone devi lanciarti sul pc a scagliare una serie di doppi click con il mouse, manco fossi Mazinga Zeta a lanciare fulmini e saette, per “valutare, stabilire, stimare” un danno subito da un veicolo di un danneggiato, il più delle volte un assicurato, grazie alla sola verifica di fotografie ricevute chi sa da chi, chi sa da dove o inviate dallo stesso danneggiato?

E non mi convince nemmeno chi promuove metodi di certificazione di foto o video servendosi dei periti!

Aggiungiamo a questo la videoperizia? Ne ho parlato fino allo sfinimento…

Cosa accadrà quindi?

Ci troveremo con vere e proprie valutazioni presuntive, speedyperizie, perizie volanti chiamiamole un po’ come vogliamo.

Ci troveremo poi che il consumatore si vedrà ricevere liquidazioni che potrebbero risultare alterate rispetto a quello che potrebbe risultare il reale valore del danno al veicolo.

Credo che il nostro dovere di professionista deve essere quello di accertare e valutare un danno da sinistro stradale, verificarne che le riparazioni siano eseguite a regola d’arte, adottando le migliori tecniche riparative.

Credo che il nostro compito debba essere quello di certificare un danno derivante da un sinistro da stradale con la massima autonomia e con la massima professionalità mediante l’analisi, lo studio e l’accertamento diretto (quando possibile) ai fini di una corretta quantificazione a tutela del consumatore, a garanzia di chi paga la polizza assicurativa, ma innanzitutto a tutela della sicurezza stradale.

Credo che non mi convinceranno quegli individui che utilizzano ruoli dirigenziali per scopi privatistici e non a vantaggio della categoria.

Credo che non mi convinceranno quegli individui che da un lato continuano a parlarmi della solita supercazzola dell’albo per cambiare le cose, mentre dall’altra contribuiscono a creare valore a favore di chi sapete voi che non possono essere nominati!

Magari sarò processato anche io come Don Chisciotte? (Consiglio la lettura “Processo a Don Chisciotte -tra finzione e follia“).

Magari resterò anche io un sognatore che non vuol mollare? (Tratto da una cit. di J.M.).

Con la massima indignazione, per il momento è tutto.

Torno al mio studio sull’equo compenso, augurandovi un buon fine settimana!

LM

Trov@ti in rete

Fermo tecnico e noleggio di veicolo sostitutivo: note a Cass. ord. n. 27389 del 19.09.2022

Continuiamo ad esaminare le voci di danno che compongono una domanda risarcitoria derivante da sinistro stradale.

Come già detto nel contributo precedente (consultabile al link risarcimento da sinistro stradale e prova del danno: quanto sono utili fattura e preventivo), il danno risarcibile non è composto solo dagli esborsi necessari per la riparazione del veicolo incidentato bensì da ulteriori voci di spesa tra cui sicuramente rientra il fermo tecnico.

Che rapporto c’è tra il fermo tecnico e la spesa per noleggio di veicolo sostitutivo?

Il fermo tecnico è quel danno che deriva dal mancato godimento del veicolo durante il tempo che occorre per le riparazioni necessarie, quindi il tempo della sosta forzata (Cass. 21789/2019).

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Risarcimento da sinistro stradale e prova del danno: quanto sono utili fattura e preventivo?

Apriamo il nuovo anno con un argomento apparentemente ultra noto e quasi scontato, ossia la prova del danno patrimoniale da sinistro derivante dalla circolazione stradale.

Lo affrontiamo però in un’ottica di continuità, iniziando con questo contributo che vuole essere il primo di altri sullo stesso tema.

La prova del danno derivante da sinistro stradale implica un duplice campo di indagine: prova del nesso causale o eziologico e prova dell’effettivo esborso necessario a ripristinare il veicolo danneggiato.

Il primo profilo probatorio comporta la necessità di dimostrare che un sinistro sia accaduto e più specificamente che vi sia un nesso di causalità tra l’evento di danno (il fatto generatore del danno) e il danno conseguente.

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About me

Gli AUGURI di Buone Feste!

Anche quest’anno sta andando via..

Dovrei scrivere.. ed avrei molto da scrivere!

Scriverei per ore, ma poi in pochissimi avranno il tempo di legger tutto.

Scriverei di un mondo, quello assicurativo, che a volte appare un labirinto in cui inoltrarsi ed io, come un minotauro confusionario, mi sposto per trovarne la via d’uscita.

Si scriverò anche quest’anno.. ma sarà una sintetica riflessione!

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Giurisprudenza, Trov@ti in rete

Il trasportato ha sempre ragione! Le Sezioni unite risolvono il contrasto sull’art. 141 CAP.

La sentenza della Cassazione a sezioni unite 35318/2022 del 30.11.2022 risolve finalmente un contrasto giurisprudenziale sorto all’interno della terza sezione tra due orientamenti formatisi in materia di risarcibilità del danno del terzo trasportato ai sensi dell’art. 141 D. Lgs. 209/2005.

Prima di riportare la soluzione dell’enigma, diamo uno sguardo alla vicenda che ha dato l’impulso alla svolta tanto attesa.

Un uomo, alla guida della sua autovettura in autostrada, perde il controllo del veicolo e finisce contro il guard rail, causando così la morte della moglie che viaggiava accanto a lui come passeggera. Insieme ai suoi figli, agisce in giudizio ex art. 141 contro la compagnia assicurativa del suo stesso veicolo, per conseguire il risarcimento del danno non patrimoniale: in particolare, il marito agisce per il risarcimento del danno iure proprio per la perdita della relazione; marito e figli agiscono tutti insieme iure hereditatis per il risarcimento del danno non patrimoniale subito dalla defunta.

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Giurisprudenza, Risarcimento danni

Danno da lesione della cenestesi lavorativa. Di cosa si tratta?

Il danno da cenestesi lavorativa

Il termine cenestesi in ambito medico viene definito: “sensazione indeterminata (connessa con le condizioni generali, fisiche e psichiche, dell’individuo) che è avvertita dalla coscienza solo quando la sua tonalità viene turbata. In tali casi si manifesta con un senso particolare di benessere (variazione positiva) o di malessere (variazione negativa) (cfr. Enciclopedia Treccani).

Quindi, si può definire cenestesi lavorativa quel danno patito da un soggetto che nel compiere le stesse attività che svolgeva prima di un evento sinistroso, ora è obbligato a sopportare maggiori sforzi e subire una più grave usura.

In pratica è definibile come una variazione della condizione di benessere e la percezione di maggiore fatica da parte del soggetto leso nell’espletamento delle attività lavorative.
Il danno è configurabile nelle voce di danno non patrimoniale incidendo sulla capacità lavorativa generica e non dà origine ad un danno patrimoniale.

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Giurisprudenza, Patrocinatori stragiudiziali

#RcAuto: Spese Stragiudiziali NO? Spese Stragiudiziali SI?

La scabrosa questione delle “spese stragiudiziali”

Un argomento molto discusso, sempre di attualità, è la questione del computo delle “spese stragiudiziali” in materia di RcAuto.

Anche attraverso il blog ci siamo interessati della problematica legata alle spese stragiudiziali. A tal proposito vi consiglio la lettura di questo mio vecchio post: “Il valore della consulenza in ambito stragiudiziale!“.

Sappiamo che in alcuni casi le Imprese di Assicurazione oppongono il riconoscimento delle spese stragiudiziali sostenute dal danneggiato vittima di un sinistro stradale.

Ma è sempre così, o meglio, è giusto così?

Diverse le ordinanze in materia, alcune controverse sulla necessità o meno di avvalersi di un professionista per ottenere il risarcimento derivante da sinistro stradale.

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Mondo Perito

Perito assicurativo iscritto all’albo ctu presso i tribunali: quale formazione continua?

Introduzione

La riforma Cartabia, come noto, introduce alcune novità anche in materia di consulenti tecnici d’ufficio, occupandosi, oltre che della figura del ctu in ambito di processo familiare, anche della parte relativa alla tenuta dell’albo presso i tribunali.

Delimitando il campo di indagine a ciò che qui ci interessa, ossia la figura del perito assicurativo iscritto all’albo ctu, senza entrare nel merito dell’intera impalcatura delle modifiche delle disposizioni di attuazione al cpc dedicate all’albo, vorremmo fare qualche breve riflessione su un aspetto in particolare: la formazione e l’aggiornamento professionale dei periti assicurativi iscritti al ruolo ex art. 157 CAP.

Di quale formazione e di quale aggiornamento professionale parliamo?

Procediamo con ordine.

Formazione iniziale ed accesso al ruolo dei periti assicurativi

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Assicurazione, Giurisprudenza

Rcauto: Rimborso noleggio SI o noleggio NO?

La Cassazione Civile con l’ordinanza n. 27389/22 scioglie ogni dubbio!

In tema di risarcimento danni derivanti dalla circolazione, il rimborso delle spese sostenute per il noleggio di un’auto sostitutiva (considerato il tempo strettamente necessario per le riparazioni del bene danneggiato) è continuamente argomento di discussione con le Imprese Assicuratrici, le quali non pagano o non vorrebbero pagare tale spesa sostenuta dal danneggiato.

Il dibattito sempre di maggiore attualità coinvolge anche gli ermellini della Corte di Cassazione chiamati constantemente a decidere sul tema del risarcimento danni da fermo tecnico.

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Mondo Perito

Il Perito: ibrido professionista

Il #perito ibrido professionista sconosciuto anche a noi stessi..

La legge, dovrebbe, a mio giudizio, tutelare l’autonomia dell’operato di ogni singola categoria professionale.
Ogni perito assicurativo dovrebbe, dunque, poter effettuare una libera stima dei danni ed il conseguente valore del risarcimento, chiunque sia il committente.
La normativa attuale ha modellato una figura professionale che corre il grave rischio di essere strumento alla mercé delle Lobbies. Appare evidente che oltre agli automobilisti, nella duplice veste di assicurato e danneggiato, anche i periti assicurativi, quelli denominati “fiduciari” risultano “ostaggi” delle Compagnie assicurative.

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Mondo Perito

#Natale ci regala il “Perito Artificiale”

Oggi si parla continuamente di intelligenza artificiale. L’argomento a cui si fa riferimento ha campo di competenze intrecciate che spaziano dalla filosofia della mente, alle scienze informatiche e ingegneristiche, all’etica e alle scienze sociali.

Dire con precisione di che cosa si tratti non è facile.

Volendo andare all’origine delle cose, secondo alcuni studi già nell’antichità vennero tentati esperimenti di costruzione di oggetti privi di anima ma definibili intelligenti, come i robot. I risultati furono dei grandi insuccessi, ma hanno contribuito ad ispirare l’idea di meccanismi automatizzati.

Andando avanti nella storia, a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, un vero e proprio punto di partenza è rappresentato senza dubbio dal Test di Turing, frutto del lavoro del matematico inglese Alan Turing. Lo scienziato è ricordato per essere l’inventore del sistema che permise alla Gran Bretagna di decifrare i messaggi criptati che si scambiavano i nazisti durante la Grande Guerra. The Imitation Game è il film tratto dalla storia vera del matematico geniale e pioniere della Intelligenza Artificiale (IA). Consiglio vivamente di vederlo o anche leggere Io, robot una raccolga di racconti di fantascienza dello scrittore Isaac Asimov.

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Mondo Perito

Ad ognuno la sua “sindrome di Ponzio Pilato”

Avevo deciso di non parlarne e lasciar correre in rispetto a chi si lava via quel senso di colpa per pochi sesterzi

Il lavoro mi riempie la scrivania di faldoni e devo portare il cane fuori per i suoi bisogni, ma le circostanze alla fine mi obbligano a buttar giù qualche riflessione.

E così, dopo l’ennesima risposta del collega di turno: “io ho fatto solo le fotografie per il collega Ponzio” oppure “ho eseguito la perizia (in subappalto) per conto del perito Pilato”, e ancora “la compagnia mi obbliga ad indicare il valore commerciale del veicolo preso da discount car o topolino car”, e così via, non ho potuto fare a meno di esprimere il mio pensiero.

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Assicurazione

Prezzi Rc auto giù del 5,4%? Un ribasso inadeguato al crollo dei sinistri

Cominciamo coi dati ufficiali forniti dall’Ivass (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) a fine settembre 2021. Nel secondo trimestre di quest’anno, il prezzo medio Rc auto è sceso del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2020, e del 5,9% su base annua. Infatti, il prezzo medio Rca è di 360 euro. Con metà degli assicurati che paga meno di 324 euro ed il 10% che sborsa meno di 193 euro.

Lo reputiamo un ribasso inadeguato al crollo dei sinistri. Per via del lockdown del 2020, con l’Italia chiusa in casa dopo l’esplosione della pandemia di Covid, gli incidenti sono stati 118.298, in drastica diminuzione rispetto al 2019 (-31,3%). E’ quanto afferma l’Istat.

L’anno scorso, le vittime sono calate del 24,5% (2395 i morti), con 159.249 i feriti (-34%). Anche i feriti gravi risultano in forte diminuzione rispetto al 2019: ossia 14.102, con un calo del 20%.

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Assicurazione

Valanga estiva di siti fantasma con Rca inesistenti: i guai in caso di incidente

L’Ivass (l’authority di controllo sulle assicurazioni) rilancia, più che mai, l’allarme dei siti Internet fantasma con Rca inesistenti. Sono portali ideati da criminali senza scrupoli: con una grafica accattivante, richiamano i nomi di compagnie realmente esistenti o di broker che davvero operano. E cosa fanno? Vendono Rca temporanee fasulle! Per 100 euro, una settimana di Rca.

Sono almeno 50 le compagnie fantasma denunciate dall’Ivass in questa estate infuocata sotto il profilo assicurativo.

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Assicurazione

Clausole e prezzi #Rcauto: è caos

Da una recente indagine Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) sulla conoscenza dei prodotti assicurativi da parte degli italiani, emerge che il 60% non sa il significato di premio, franchigia e massimale. Attenzione, perché nel settore Rcauto, per gli assicurati italiani la questione si fa scottante: l’automobilista da solo non sa difendere bene i propri diritti a un risarcimento equo e veloce.

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Assicurazione, Curiosità

Preventivass: sarà uno strumento perfetto quando darà tutte i prezzi Rc auto

È online Preventivass, il preventivatore pubblico Rc auto creato da Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) e Ministero dello Sviluppo Economico. Un’applicazione web (non un’app per smartphone) che consente di confrontare i prezzi delle coperture assicurative relative al contratto base.

Ma non è ancora perfetto. Oggi, fornisce solo alcuni prezzi di altrettante compagnie. Diverrà uno strumento senza difetti quando darà tutte le tariffe di tutte le imprese del mercato, che dovranno per forza partecipare: lo dice la legge.

Il consumatore mette a confronto la Rc auto standard, identica per tutti, senza l’odiosa penale per chi si rivolge al carrozziere indipendente. In più, si aggiungono eventuali condizioni e clausole proposte dalle imprese di assicurazione operanti in Italia nel ramo Rca.

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Assicurazione, Attualità

Arbitro assicurativo Rcauto: i Consumatori si oppongono

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Al momento, l’arbitro assicurativo Rc auto non esiste: si tratta di un’ipotesi contenuta in una bozza di decreto del ministero dello Sviluppo economico, ma il Cncu (Consiglio nazionale consumatori e utenti) già si oppone con fermezza. Cominciamo dal vedere quale sarebbe in teoria l’obiettivo del legislatore: questo arbitro (un collegio giudicante, non un singolo individuo) dovrebbe sulla carta migliorare il rapporto di fiducia tra compagnie, intermediari e assicurati. Come? Risolvendo in modo rapido ed economico le controversie tra utenti e compagnie di assicurazioni. Una risoluzione stragiudiziale dei litigi, fuori dai tribunali.

Quindi, oggi cliente danneggiato e compagnia litigano spesso sull’importo del risarcimento, sulle date del rimborso, sulle percentuali di colpa nel sinistro e su tanto altro ancora. La controversia va per le lunghe, con costi legali a carico del cittadino. Più le spese che si sobbarcano le imprese, le quali poi si rifanno immediatamente sugli automobilisti: Rca più care. Continua a leggere “Arbitro assicurativo Rcauto: i Consumatori si oppongono”

Mondo Perito

Comunicato stampa #Aiped: Disciplina dell’attività di perito assicurativo

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Aiped

26 maggio 2021: l’Associazione Italiana Periti Estimatori Danni (A. I. P. E. D.) in audizione alla 10ª Commissione del Senato (Industria, commercio, turismo).

Nell’ambito dell’esame congiunto dei disegni di legge nn. 1217 e 1666 (Disciplina dell’attività di perito assicurativo) è stato sentito, in videoconferenza, il Presidente dell’AIPED Luigi Mercurio.

Il Presidente Mercurio, dopo una ricostruzione dell’attuale panorama risarcitorio in ambito assicurativo, ha approfondito i singoli aspetti che richiedono un intervento normativo urgente a tutela non della sola categoria peritale tutta ma altresì dei consumatori. In particolare ha evidenziato quelli che sono veri e propri punti nevralgici ovvero l’indipendenza e la terzietà ad oggi sostanzialmente evanescenti. La necessità di affrancare la figura del perito estimatore dall’insostenibile dualismo perito-assicurazione. Perché è necessario porre un freno alle pressioni sempre più stringenti esercitate dalle compagnie su quelli che, non a caso, sono definiti fiduciari. È questa l’occasione per frenare definitivamente contratti capestro, direttive interne e premialità a periti disposti a ridurre i risarcimenti dei danneggiati. Il perito non può più essere strumento distorto dalle assicurazioni. Deve essere a tutti gli effetti un professionista posto in condizione di operare in assoluta autonomia di giudizio.

L’intervento è proseguito con la formulazione di idonee proposte in ordine alla auspicabile riformulazione degli ambiti peritali proprio per evitare le deformazioni denunciate e documentate. Ulteriore attenzione è stata rivolta all’assegnazione degli incarichi peritali, nonché alle modalità di definizione delle tariffe. AIPED ha dunque plaudito ai disegni di legge oggetto di audizione. Interventi normativi che, ciascuno per il proprio ambito, rappresentano il segno di un indispensabile cambio di direzione, di buon senso e di indefettibile necessità.

A conclusione dell’audizione le domande poste al presidente Mercurio in merito ad alcune delle tematiche evidenziate, come il ventilato modello francese, hanno consentito un interessante approfondimento al quale farà seguito l’invio di relativa documentazione.

AIPED confida che l’impegno profuso sia foriero dei cambiamenti da tempo agognati. I soli che porteranno beneficio e tutela poiché solo la stima dei danni effettuata da periti imparziali, liberi, indipendenti consegnerà ai consumatori tutti il massimo livello di competenza, terzietà e dovuta professionalità.

Al seguente link il video completo dell’audizione di Aiped, Snapis e Aicis: video

Al seguente link le nostre memorie depositate in commissione: memorie_aiped_pdf

Cordiali saluti

L’Ufficio Stampa AIPED

Mondo Perito

Videoperizia: Aspetti giuridici

Videoperizia.. assenza di una norma che regoli questo metodo di valutazione;
assenza di un contraddittorio tra operatore e danneggiato;
assenza di tutela di tutti gli “attori” coinvolti nel sinistro stradale.

Era il lontano aprile del 2020, quasi una Pasqua fa, quando in rete mi soffermavo a vedere un webinar sulla Rcauto, un focus di Quattroruote, nel quale erano presenti rappresentanti delle compagnie assicurative e rappresentanti associazioni peritali (quelle rappresentative..).

In quell’atmosfera ancora irreale dovuta al primo lockdown (nessuno al momento poteva immaginare quello che ci aspettava a causa del covid e come ciò avrebbe alterato la nostra normalità) si parlava della VIDEOPERIZIA.

Lanciai subito il mio SOS, con il post ciak si gira, per una situazione che lasciava non pochi dubbi per i seguenti motivi:

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Risarcimento danni

Risarcimento diretto: quando richiederlo?

Chi è vittima di un incidente può sfruttare una procedura più veloce per ottenere la liquidazione del danno al proprio veicolo in modo rapido: il risarcimento diretto. Il rimborso lo effettua la compagnia di chi ha subìto il sinistro, e non l’assicurazione del responsabile dell’incidente. La quale regolerà contabilmente i rapporti economici con impresa di assicurazione del responsabile mediante la cosiddetta stanza di compensazione. Per maggiori informazioni clicca qui.

  • REQUISITI

Il risarcimento diretto però scatta solo a determinate condizioni. I requisiti affinché il risarcimento diretto scatti sono diversi.

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Assicurazione

Bonus familiare Rc auto nel caos: guaio attestato di merito

In un settore già tremendamente complicato come la Rca, dove gli automobilisti necessitano spesso dell’aiuto di un esperto in infortunistica stradale, ci mancava solo una norma che va a rendere tutto ancora più complesso. Bonus familiare Rc auto.

L’articolo 134, comma 4-bis, del Codice delle Assicurazioni private, è stato modificato dall’articolo 55-bis, comma 1, lettere a) e b), del decreto Fiscale del 2019. Convertito con legge 157/2019. Estende la legge Bersani. Morale: prima, la classe di merito si trasferiva sullo stesso tipo di veicolo (auto con auto, moto con moto); ora, anche di tipo diverso: auto con moto, moto con auto. All’interno dello stesso nucleo familiare.

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Assicurazione, Risarcimento danni

Sei vittima di un incidente stradale? Gli errori da non fare quando si compila il modello CAI

Sei vittima di un incidente stradale? Quattro errori che ti fanno avere un risarcimento tardivo, ridotto o negato!

Il filmato a corredo di questo articolo è una guida semplice nel settore Rc auto. Dedicato a chi è vittima di un incidente stradale: il caso classico è l’automobilista che viene tamponato. ecco alcuni errori che complicano l’ottenimento di un congruo risarcimento. A parlare è una cara amica, esperta del settore: Melania D’anca, che dal 2005 si occupa di risarcimenti assicurativi auto.

1) La chiave di tutto è la compilazione esatta del Modulo CAI (quello della Constatazione Amichevole di Incidente). Nel caso di un sinistro tra 2 veicoli, nove volte su dieci la sua compilazione aziona la procedura CARD, quindi la compagnia dell’automobilista vittima del sinistro stradale a risarcire il danno. Ecco perché si chiama Risarcimento Diretto: l’assicurato/danneggiato otterrà il rimborso direttamente dalla propria assicurazione. Pertanto, usare il Modulo CAI sempre e comunque: comodo per raccontare tutto in modo semplice alla compagnia. Evitare fogli inventati su due piedi e scarabocchiati.

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Giurisprudenza, Trov@ti in rete

Tribunale: No compensazione spese per l’assicurazione

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No alla compensazione delle spese se l’assicurazione non invia un’offerta prima della causa

Si segnala la sentenza del Tribunale di Pavia del 14 dicembre 2020 il quale, nell’ambito di un procedimento per risarcimento del danno da sinistro stradale, pur in presenza di una soccombenza reciproca, si pronuncia per la condanna alle spese della compagnia di assicurazione che non aveva inviato l’offerta stragiudiziale prima della causa.

Il caso: Tizio conveniva avanti al Giudice di Pace Caio e la Compagnia di assicurazioni per il risarcimento patiti in conseguenza del sinistro stradale nel quale era rimasto coinvolto, in particolare per essere stato tamponato da Caio, come da risultanze del modulo C.A.I.

La Compagnia di assicurazione, condannata in primo grado, proponeva appello, chiedendo la riforma della pronuncia di primo grado anche in punto di spese legali: il Giudice di Pace, pur avendo solo in parte accolto la domanda dell’attore, aveva condannato la Compagnia di assicurazione alla refusione delle spese di lite.

Il Tribunale, in funzione di giudice di appello, nel rigettare le richiesta di compensazione delle spese formulata dall’appellante, osserva che.

a) vero è che la nozione di soccombenza reciproca, che consente la compensazione parziale o totale tra le parti delle spese processuali, sottende – anche in relazione al principio di causalità – una pluralità di domande contrapposte, accolte o rigettate e che si siano trovate in cumulo nel medesimo processo fra le stesse parti ovvero anche l’accoglimento parziale dell’unica domanda proposta, anche quando la parzialità dell’accoglimento sia meramente quantitativa e riguardi una domanda articolata in un unico capo;

b) tuttavia, premettendo che il giudice, anche in caso di soccombenza reciproca, può ritenere di non disporre la compensazione delle spese, esponendo le ragioni della propria decisione, nel caso di specie il Tribunale ritiene, effettivamente, di non disporla: ciò, anzitutto, in quanto l’assicurazione, risultata soccombente sull’an, non risulta avere formulato prima dell’avvio della causa, sia pure solo pro bono pacis, un’offerta, la cui proposizione avrebbe potuto essere giustificata quantomeno alla luce del modesto valore della controversia.

Decisione: In punto di spese: la Compagnia di assicurazione condannata alla rifusione in favore dell’appellato delle spese di lite relative al giudizio di primo grado, pari a Euro 214.00 per esborsi e, per compenso di difensore ex D.M. n. 55/2014, in complessivi Euro 1.205,00 oltre 15% spese generali, C.P.A. ed I.V.A. come per legge; alla rifusione in favore dell’appellato dei quattro quinti delle spese di lite relative a questo grado di giudizio, che liquida, già in tale frazione in complessivi Euro 1.296.00 oltre 15% spese generali, C.P.A. ed I.V.A. come per legge, dichiarando integralmente compensata la residua frazione di un quinto.

Fonte: avvocatoandreani.it

Copyright © foto: Sora Shimazaki on Pexels.com
Assicurazione

Cara Ivass ti scrivo

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C’era una volta l’ISVAP. Di cosa parliamo? Dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo istituito in Italia nel 1982. Autorità indipendente.

Quali i compiti dell’ISVAP?

  • VIGILARE sulle imprese nazionali e estere che esercitano attività di assicurazione e riassicurazione in qualsiasi ramo e forma
  • RILASCIARE autorizzazioni alle imprese per l’esercizio dell’attività assicurativa
  • EMANARE i provvedimenti ritenuti utili o necessari a tutela delle imprese e degli utenti
  • SVOLGERE attività di segnalazione e proposta nei confronti del Parlamento e del Governo nell’ambito delle proprie competenze
  • COMPIERE ispezioni e indagini di altra natura presso le imprese e gli intermediari assicurativi
  • STABILIRE regole finalizzate a garantire la correttezza dei comportamenti degli operatori e il rispetto delle norme
  • ADOTTARE sanzioni e misure repressive o ne propone l’adozione al Ministro delle Attività produttive
  • ESAMINARE i reclami presentati dagli utenti e dai consumatori nei confronti delle imprese vigilate
  • ELABORARE studi e ricerche sul mercato assicurativo nazionale e internazionale

Poi fu la volta dell’IVASS.

L’ISVAP è stata sostituita con l’IVASS, con la legge 7 agosto n.135 2012. L’IVASS ha assorbito le stesse funzioni, rinnovando e migliorandone altre.

Non solo Rc auto ma tutto il settore assicurativo che è strettamente connesso a quello bancario. La normativa che ha inserito l’IVASS in sostituzione dell’ISVAP, ha introdotto una nuova formula di governo, integrata parzialmente con quella della Banca d’Italia. Lo scopo è quello di assicurare la piena integrazione dell’attività di vigilanza assicurativa e della vigilanza bancaria.

La vigilanza sulle imprese di assicurazione, i controlli patrimoniali sulle assicurazioni, la tenuta del RUI (registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi), gli accertamenti ispettivi, la vigilanza sugli stessi intermediari, l’accertamento delle condotte illecite, un Contact Center per i consumatori, la cura delle relazioni con le associazioni dei consumatori, le misure di vigilanza, le lettere al mercato ed un bollettino mensile. Insomma, sulla carta, una maggiore attenzione al consumatore.

Come possiamo vigilare sull’attività di vigilanza?

Il Bollettino di Vigilanza, pubblicato mensilmente sul sito dell’IVASS, riporta i principali provvedimenti di carattere normativo, amministrativo e sanzionatorio adottati nello svolgimento dell’attività istituzionale. Il Bollettino comprende anche una sintesi dei principali atti comunitari di interesse per il settore assicurativo

Il più recente bollettino “di guerra” Bollettino di Vigilanza – Anno VIII – N. 10 – Ottobre 2020 reca una “Appendice provvedimenti sanzionatori” così come pure il n.9. Scorrendo il numero e la tipologia delle sanzioni irrogate troviamo i nomi delle compagnie assicurative sanzionante e le motivazioni che hanno indotto Ivass a tali provvedimenti.

Possiamo conoscere il numero dei reclami pervenuti ad IVASS?

Si tratta di un dato non trascurabile. Ebbene sì. Abbiamo una sezione apposita dedicata alle statistiche sui reclami sulla base dei dati semestrali. Scopriamo così che il totale dei reclami pervenuti ad Ivass nel solo secondo semestre del 2020 è pari, per le imprese assicurative italiane a: 14.297 reclami. Di questi UnipolSai Spa, ad esempio, vanta ben 2133 reclami, Generali 1025 mentre l’Allianz è a quota 804, Intesa San Paolo 759, Poste Assicura 679, Cattolica 451, Reale Mutua 396, Vittoria 214, Axa 328, Itas 201, Zurich 142. Una micro classifica rispetto alle ben 81 compagnie oggetto di reclami. E questo per quanto riguarda i rami danni, con esclusione dell’RC auto.

La classifica Rc auto.

Veniamo alla sola Rc auto. 19.005 reclami alle sole compagnie italiane. Di questi ben 5265 alla sola UnipolSai. Quindi abbiamo:

5265 UnipolSai

2051 Genialloyd

1304 Allianz

1174 Generali

992 Vittoria

969 Axa

881 Admiral

836 Genertel

787 Cattolica

525 Zurich

521 Sara

520 Linear

492 Reale Mutua

298 Quixa

287 Intesa San Paolo

203 Itas

134 Hdi

Insomma UnipolSai stravince. Ma il premio lo ha guadagnato comunque a scapito nostro.

Sarebbe poi interessante conoscere il numero complessivo delle richieste di risarcimento danni e confrontarle con il numero dei reclami e dei contenziosi avviati.

Quali sono i punti di riferimento che Ivass adotta nel comminare le sanzioni?

Il Regolamento Ivass n. 39 del 2.8.2018 ha stabilito le regole di irrogazione delle sanzioni amministrative e le disposizioni attuative in base alle modifiche apportate al titolo XVIII del Codice della assicurazioni private (Cap) dal d.lgs. 21.5.2018, n.68, in attuazione della ormai famosa direttiva UE 2016/97 sulla distribuzione assicurativa (Idd), nonché dal d.lgs. 25.5.2017, n.90 che ha modificato e integrato a sua volta il d.lgs. 21.11.2007, n.231 in materia di “prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo”.

Tra le importanti modifiche del Cap in materia di sanzioni e di procedimenti sanzionatori, che hanno profondamente inciso sul contenuto del titolo XVIII, certamente degna di nota è l’introduzione dell’articolo 311-bis, che sancisce il principio della rilevanza dell’infrazione, come anche la punibilità diretta delle persone fisiche esponenti dell’impresa di assicurazione e delle società di intermediazione di cui all’articolo 311 sexies. Sono altresì aumentate le sanzioni afflittive, e introdotte sanzioni diverse da quelle solo pecuniarie (interdizione temporanea, ordine di porre fine alla violazione) e unificato il procedimento sanzionatorio pecuniario e disciplinare per le medesime fattispecie, con competenza devoluta al Collegio di garanzia, istituito presso l’Ivass.

Rivolgersi ad IVASS come, quando e perché.

È lo stesso Codice delle assicurazioni a prevederlo espressamente con l’art. 7: “le persone fisiche e giuridiche, nonché le associazioni riconosciute per la rappresentanza degli interessi dei consumatori” possano proporre un reclamo all’IVASS affinchè venga accertata l’osservanza delle disposizioni, specificando che la procedura nel dettaglio è prevista da un apposito regolamento. Si tratta del regolamento n. 24 del 19 maggio 2008, emanato  dall’ISVAP (oggi IVASS), il quale prevede che prima di rivolgersi all’IVASS l’assicurato debba necessariamente prendere contatto con la compagnia di assicurazioni, la quale adotta “una politica di gestione dei reclami, approvata e rivista almeno annualmente dall’organo amministrativo, ispirata all’equo trattamento degli assicurati, dei contraenti, dei beneficiari e dei danneggiati, tesa a garantire la corretta e tempestiva gestione dei reclami” (art. 7bis).

Dunque primo passo dinanzi ad una irregolarità nella gestione del sinistro, che non riguardi il merito della pretesa risarcitoria (ad esempio la misura della responsabilità applicabile) è inoltrare un reclamo alla compagnia assicurativa. Se entro 45 giorni non dovesse arrivare un riscontro o se tale riscontro risultasse insoddisfacente, può essere inoltrato un reclamo ad Ivass. Sarà così aperto un fascicolo. Ivass ne darà comunicazione e la compagnia potrà replicare nel termine di 45 giorni dandone comunicazione al reclamante.

Se l’IVASS ravviserà una violazione delle norme da parte della compagnia, avvierà un procedimento sanzionatorio, dandone notizia nel bollettino periodico e nel proprio sito internet.

Dunque non riceveremo un dettaglio dell’esito. Come essere sicuri che la gestione del reclamo sia stata adeguata? Rivolgendoci al Contact Center o inviando ulteriore richiesta ad Ivass.

Ivass e la pandemia.

A giugno 2020 il presidente Ivass Daniele Franco, nel corso della presentazione della relazione annuale 2019, visto il crollo dei sinistri stradali pari a circa il 50% auspicava ed incitava le compagnie assicurative al rimborso delle assicurazioni auto dei mesi non goduti.

Ad ottobre 2020 il consigliere Ivass Cesari in una analisi pubblicata da diversi siti di informazione assicurativa mostrava preoccupazione per alcuni ed ulteriori ambiti. Tra questi: i bassi tassi d’interesse (ramo Vita), la sottoassicurazione danni ed il cyber risk. A questi si sono aggiunti il rischio distributivo, protection gap, una distribuzione che si sta ibridando e diversificando, una maggiore attenzione per il rischio salute. Nulla  sull’azzeramento del rischio di cui hanno beneficiato le compagnie assicurative durante il lockdown.

Ad oggi, i rimborsi sembrano svaniti. Così come pure, a fronte dei numerosi reclami inoltrati, risultano notevolmente rallentate e maggiormente osteggiate le procedure risarcitorie.

Smart working Ivass cosa è cambiato

Lo smart working  ha ovviamente interessato anche Ivass ed i suoi dipendenti. Così, nel corso del 2020, a seguito delle numerose richieste inoltrate al Contact Center è accaduto esattamente ciò che si è verificato con le compagnie assicurative. Molti liquidatori, lavorando da casa, lamentavano di non aver accesso a tutti i dati informatici necessari alla documentazione presente a sistema. Innumerevoli le telefonate con l’anonimo di liquidatori che chiamavano con i cellulari personali ed erano costretti ad oscurare il proprio numero.  È emerso un dato: queste compagnie assicurative che vantano utili da capogiro non sono riuscite a dotarsi della necessaria strumentazione tecnologica. Così facendo hanno nascosto, dietro tali inspiegabili mancanze, le lentezze procedurali  ed opposto dinieghi e lungaggini illegittimi ed inaccettabili. Lo stesso però è accaduto ad Ivass.  Chi sanzionerà le compagnie assicurative per un gap che è comune allo stesso controllore?

Come andrà nel 2021?

Il 14 gennaio 2021 il Sole 24 ore annunciava che: “Assicurazioni: consumatori, 241 siti fake ma Ivass non ha potere di chiuderli”. Insomma le attività di vigilanza si orientano su ambiti ulteriori. Di rimborsi, però, non si parla più.

Cosa resta da dire? Reclamiamo, reclamiamo, qualcosa accadrà.

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Parola Avvocato

Acquisti online: cosa resterà dei nostri diritti?

 

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Il mondo dopo la pandemia.

Molti, nel corso del 2020, hanno avvertito il bisogno di normalità, di prospettiva futura. Qualcosa a cui tendere per distrarsi da un presente angosciante, difficile, imprevedibile. Così è stato tutto un fiorire di “ne usciremo migliori”, disegni di arcobaleni dopo la tempesta e via dicendo.

Ma cosa è accaduto durante la pandemia?

Perdite umane. Perdite economiche. Perdita di riferimenti validi. Una crisi spaventosa per interi settori che rischiano la sopravvivenza e per la quale non si intravede risoluzione.

Nel mentre, nell’oggi, approfittando della distrazione e delle distorsioni, qualcuno ha tratto indiscutibile vantaggio.

Qualcuno l’ha chiamata “smart attitude” che avrebbe modificato le abitudini degli italiani. Qualcun altro ha parlato di boom dell’e-commerce, di un settore che ha messo il turbo. Gli acquisti online hanno vissuto e stanno tutt’ora vivendo una crescita senza pari.

I numeri del 2020.

Il 37% dei food shopper ha aumentato la spesa destinata ai prodotti alimentari sui canali online e il 24% ha aumentato quella per i beni non alimentari. Complessivamente, considerando tutti i beni di largo consumo, l’abbigliamento, l’elettronica e tutti gli altri beni semi-durevoli (elettrodomestici grandi e piccoli, elettronica di consumo, giocattoli, casalinghi, mobili e arredo, brico, etc), il 70% degli italiani tra 18 e i 65 anni ha effettuato almeno un acquisto online nell’ultimo anno. Se guardiamo ai soli prodotti di largo consumo confezionato acquistati su tutti i canali digitali, gli acquirenti online sono oggi oltre 19 milioni.

Il 48% degli italiani ha acquistato sul web prodotti di informatica ed elettronica. A seguire abbigliamento e calzature (30%), farmaci da banco/parafarmaci o integratori (24%) e arredo/accessori per la casa (20%).

L’AGCM che fa?

A settembre l’AGCM ha comminato una sanzione da 4 milioni di euro, dopo un primo provvedimento cautelare, alla SixthContinent, piattaforma di social commerce sponsorizzata in tv da Le Iene.

A novembre è giunta all’attenzione dell’Antitrust una ulteriore questione. Confesercenti lamentava la necessità di posticipare il black Friday.

La situazione di sofferenza delle imprese del commercio  è ulteriormente aggravata dalla sperequazione delle condizioni che si realizzano tra negozi ‘fisici’ e commercio online: mentre l’attività dei primi è sospesa tout court, il canale delle vendite web, la cui attività  non solo è consentita, ma promossa dagli interventi normativi anti-covid, di fatto agisce ed opera in condizioni di monopolio, trasferendo, inoltre, all’estero una parte importante della ricchezza generata dagli acquisti realizzati on line“. Queste, ed altre, le problematiche segnalate.

A dicembre l’Antitrust dichiarava chiuso un altro procedimento quello avviato da in seguito alle numerose segnalazioni inviate da privati cittadini e da alcune associazioni di consumatori contro Amazon, eBay e Wish.

E sono solo gli ultimi tre mesi del 2020.

Il monopolio.

I siti di e-commerce, forti della situazione di monopolio, soprattutto durante il lokdown, ne hanno fatte di tutti i colori.

Si sono letteralmente nascosti dietro al Coronavirus per giustificare ritardi nelle consegne della merce acquistata. Ritardi dovuti unicamente alla difficoltà di far fronte al considerevole aumento degli ordini che non è stato accompagnato da un aumento della forza-lavoro addetta alle spedizioni.  Quando poi la consegna finalmente avveniva (se avveniva) il povero consumatore, che si era visto recapitare un prodotto difettoso, si trovava davanti ad un ulteriore dubbio amletico. Cosa scegliere? Chiamare l’assistenza e trovarsi costretti all’ingresso di un soggetto estraneo in casa in piena pandemia? Un rischio. Restituire un bene comunque difettoso sin da principio? Sì e come?

Già come.

Perché, mai come durante la fase emergenziale, i consumatori davanti a reclami, richieste di assistenza, di sostituzione e /o di risoluzione hanno scoperto che sì il Codice del Consumo, i tuoi diritti ma….ci sono le politiche aziendali che vanno in direzione opposta.

Così, anche chi si è rivolto ad u n legale, ha scoperto che per gli operatori e per gli stessi legali delle società di e-commerce vi è una nuova fonte del diritto: “le politiche aziendali”.

Cosa fare in questi casi?

Consumatori informati o strapazzati? 

Come diceva una vecchia pubblicità “prevenire è meglio che curare”. Così al momento dell’acquisto è necessario verificare alcuni dati per evitare di trovarsi poi spiazzati:

Il sito deve contenere tutti gli elementi che consentono di individuare chiaramente l’identità del venditore: numero di partita Iva, numero di telefono fisso, indirizzo fisico, indirizzo pec e mail per eventuali reclami, nonché ulteriori dati utili per contattare l’azienda.

Chi non li fornisce ha evidentemente necessità di nascondersi.

Il sito deve poi indicare chiaramente le condizioni di vendita (termini e modalità di recesso, termini di consegna merce, garanzia legale, assistenza post vendita, risoluzione bonaria).

Niente affatto scontata una ricerca preventiva sulle recensioni lasciate da altri acquirenti. Recensioni che possiamo trovare, non solo sul sito ove acquistiamo, ma anche su google e sulle pagine presenti ad esempio su facebook ed altre piattaforme.

Attenzione infine al metodo di pagamento. Il pagamento tramite PayPal consente sia la protezione acquisti con apposte procedure di reclamo, segnalazione disservizi e rimborsi sia in caso di mancata consegna che di vizi della merce con una ulteriore protezione anche sul rimborso delle spese di spedizione in caso di reso della merce.

Il diritto di ripensamento sugli acquisti on line: 14 giorni è il nuovo termine sancito con l’introduzione della nuova Direttiva Europea 2011/83/Ue sui Diritti dei Consumatori.

Tale direttiva, è sostanzialmente una regolamentazione per gli acquisti in rete, ovvero, dei contratti negoziati fuori dai locali commerciali e quelli online che avvengono all’interno del territorio della Comunità Europea, ponendo l’accento in particolare sugli acquisti online.

L’Antitrust e le segnalazioni: cosa resterà?

Cosa accade però se, nonostante tutte le accortezze, non vengono riconosciuti i diritti dell’acquirente?

Possiamo segnalare le condotte scorrette all’AGCM.

L’Antitrust, nell’ultimo anno, è stata investita da una serie infinita di segnalazioni ed alcuni provvedimenti li abbiamo esaminati.

Cosa prevede però la disciplina di riferimento?

Sul sito dell’AGCM leggiamo che:

L’Autorità può accertare e bloccare, di propria iniziativa o su segnalazione dei soggetti interessati, le pratiche commerciali scorrette e le pubblicità ingannevoli e comparative illecite. Ai segnalanti non sono richieste particolari formalità, versamenti a favore dell’Antitrust o l’assistenza di un avvocato. I consumatori che intendono segnalare una pratica commerciale scorretta o una pubblicità ingannevole possono farlo” tramite posta raccomandata, tramite pec o con la compilazione online di apposita segnalazione.

Però. Perché c’è sempre un però.

“Si informa che, in applicazione del nuovo Regolamento di procedura, dopo l’inoltro di una segnalazione all’Autorità, non seguirà ulteriore comunicazione da parte degli Uffici, se non nella circostanza di un eventuale avvio di istruttoria.
In caso di mancato avvio dell’istruttoria nel termine di 180 giorni dal ricevimento della segnalazione, quest’ultima si intende definita con un’archiviazione o un non luogo a provvedere”.

Cosa accade dunque se la sanzione non arriva? Possiamo procedere con un contenzioso?

Certo. Ma la segnalazione che vede la conclusione dell’istruttoria con un non luogo a provvedere? Cosa resterà di queste segnalazioni? Parafrasando Raf: Noi vittime di noi, dei nostri acquisti, abbandonati nell’odissea di questa pandemia. Cosa resterà di questi anni devastanti?

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Risarcimento danni

Il sinistro lo rende invalido: ma deve provare il danno alla capacità lavorativa

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Un motociclista (ma la cosa può riguardare un automobilista) subisce un sinistro senza colpa e resta invalido. Non parliamo del tamponamento a uno all’ora, ma di un incidente gravissimo. Ciò ne determina anche un forte risarcimento dall’assicurazione.

L’uomo però ritiene che ci sia anche il danno alla propria capacità lavorativa.

Ossia: per via della lesione fisica pesante, in futuro non sarà in grado di lavorare come avrebbe fatto se l’incidente e le ferite non ci fossero state. Fa quindi richiesta di risarcimento per centinaia di migliaia di euro alla compagnia assicuratrice. Che nega il risarcimento, in quanto oggi è impossibile stabilire quale sia la perdita economica futura in àmbito lavorativo: il danneggiato non ha la prova. Non riesce a darne dimostrazione.

Inizia una guerra legale, di quelle devastanti per i consumatori, mentre la compagnia ha un’équipe legale di prim’ordine per andare sino in fondo con serenità.

E sino in fondo ci si arriva: il terzo grado, la Cassazione.

Eccoci allora all’ordinanza degli ermellini numero 27621/2020, che fa vincere la compagnia e perdere l’utente, senza più possibilità di ricorso. La Corte d’appello riteneva che il ricorrente non avesse allegato prove a dimostrazione di cosa avrebbe fatto in futuro e di come la sua invalidità potesse avere incidenza sulla capacità di lavoro: sulla stessa linea gli ermellini.

Pertanto, la Cassazione rigetta il ricorso. Condanna il ricorrente al pagamento delle spese di lite di 4.200 euro, oltre a 200 euro di spese generali. Al ricorrente, solo il rimborso già stabilito in partenza, e nient’altro. Ovviamente, il discorso è del tutto diverso se il danneggiato prova che la lesione gli preclude un guadagno futuro nel proprio settore professionale. Il caso scolastico è quello del pianista che in un incidente perde un dito: può facilmente dimostrare il danno economico lavorativo futuro. Un risarcimento tanto più pesante quanto più la carriera del soggetto è avviata e la professione retribuita.

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Uno strano Natale

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Il primo desiderio per il 2021 è la sconfitta del Covid. Sarà per molti un Natale diverso. Uno di quei Natali dove non c’è da festeggiare. Sarà un Natale strano, già! Le strade sono vuote, silenziose, mentre viviamo un periodo difficilissimo per molte famiglie italiane. Un Natale dove vive la speranza in ognuno di noi di rivedere i propri cari, di stringersi in un abbraccio, di camminare mano nella mano. Un momento complicato per moltissimi professionisti del mio settore. Tuttavia, non significa che sarà privo di ricchezza, privo della possibilità di renderci più sobri, più giusti, più umani.

Regalo di Natale 2020 per il 2021: riforma Rc auto

Ma, se ci limitiamo al nostro settore di competenza, sappiamo bene quale sia il regalo di Natale 2020 per il 2021: la riforma Rc auto, obiettivo di una delle più diligenti associazioni dei consumatori, Assoutenti.

Il cuore della rivoluzione Rca sta nella portabilità del certificato assicurativo (sul modello di quanto già accade nella telefonia), per ridurre i premi. La vera liberalizzazione si attua con la concorrenza più forte che mai. Che si crea se l’automobilista è libero di scappare quando vuole da una compagnia indesiderata, da un’assicurazione che lo trascura o lo maltratta con un semplice clic.

Utile sarebbe anche la riduzione dei termini per la risposta ai reclami da 45 giorni a 20 giorni. Nonché l’inasprimento delle sanzioni, fino alla revoca dell’autorizzazione all’attività assicurativa, alle assicurazioni che non si sono ancora adeguate a fornire chiare informative pre-contrattuali.

Dopodiché, si passa alla libertà totale e assoluta del danneggiato: eliminazione delle clausole limitative del risarcimento integrale, per evitare che la vittima di un incidente subisca indebite decurtazioni del danno. Se vado dal carrozziere indipendente ho diritto al rimborso identico rispetto a chi va dal carrozziere convenzionato: le penali sono illegittime, e lo mettiamo ancora meglio nero su bianco.

Auspicabile che arrivi anche il contratto base, standard, identico: per consentire finalmente ai consumatori di comparare le offerte per la sola Ra auto. Non sarebbe sgradita la rottamazione del risarcimento diretto e il ritorno ad un sistema di responsabilità civile pura: la compagnia del responsabile paga. Stop!

Non mi resta, quindi, di augurarvi Buone Feste a tutti ed i vostri cari, con la speranza e la fiducia di un futuro migliore.

LM

Assicurazione

UnipolSai, Generali e Allianz: pratiche Rc auto scorrette? L’Antitrust indaga..

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Il Garante della concorrenza accende un faro su UnipolSai, Generali e Allianz: secondo l’Authority, i tre colossi della Rc auto avrebbero messo in piedi un sistema di pratiche commerciali scorrette. L’Antitrust vuole vederci chiaro ed il 26 novembre 2020, sono state condotte ispezioni nelle sedi delle tre compagnie assicuratrici, in collaborazione con la Guardia di Finanza.

I punti essenziali della vicenda sono tre, tenendo presente che il condizionale è d’obbligo.

Continua a leggere “UnipolSai, Generali e Allianz: pratiche Rc auto scorrette? L’Antitrust indaga..”

Mondo Perito, Trov@ti in rete

IA nella Gestione Sinistri: Vantaggi e Rischi

Abbiamo seguito l’episodio di Insurzine TV andato in onda lo scorso 9 ottobre, in cui si parlava dell’IA nella gestione dei sinistri, del miglioramento della precisione e della riduzione dei costi operativi. A discuterne è stata Cinzia Carbone, Head of Sales di Solera in Italia.

Qui il link della puntata: Solera, come l’IA sta trasformando la gestione sinistri (insurzine.tv)

L’idea di saltare la fase di valutazione iniziale da parte di un perito o la verifica dei danni da parte di un carrozziere suscita interrogativi su come si possano garantire valutazioni accurate e affidabili anche in materia di sicurezza stradale. I periti e i carrozzieri hanno un know-how essenziale, soprattutto per i danni più complessi. Affidarsi esclusivamente a un sistema automatizzato potrebbe portare a valutazioni imprecise.

L’affermazione secondo cui il sistema IA può identificare riparazioni antieconomiche solleva ulteriori preoccupazioni. Se la premessa è che “l’IA è efficace soprattutto per danni lievi o minori”, come può avere la competenza necessaria per riconoscere e valutare danni di entità maggiore? Non c’è il rischio di una sottovalutazione dei costi di ripristino? Oppure della negazione del ripristino del veicolo derivata da una “valutazione anti-economica delle riparazioni” senza una corretta perizia e una stima del valore del veicolo? La mancanza di un’analisi approfondita per i danni significativi potrebbe portare a decisioni errate? Questo solleva dubbi sulla capacità del sistema di offrire un’analisi completa e accurata.

Inoltre, è importante considerare che, ad oggi, la legge parla esplicitamente di ispezione diretta e di attività svolta da una persona fisica. Questo implica che la valutazione dei danni e le decisioni relative alle riparazioni dovrebbero essere effettuate da professionisti esperti e qualificati, in grado di fornire un’analisi accurata e dettagliata. La sostituzione di questo approccio tradizionale con sistemi automatizzati potrebbe compromettere l’efficacia e la qualità delle valutazioni, creando una lacuna a discapito della sicurezza e della correttezza dei processi di ripristino.

Sebbene questa transizione verso la digitalizzazione possa sembrare più ecologica nel lungo termine, non dobbiamo ignorare che l’assenza di un’adeguata supervisione umana potrebbe avere conseguenze negative, come un paradossale aumento dei costi delle polizze rcauto per il rischio di contestazioni e controversie legali tra assicurati e compagnie assicurative. La questione del CO2 è secondaria rispetto alla necessità di garantire che i processi di valutazione e riparazione siano affidabili e sicuri per tutti.

È evidente che dobbiamo riflettere criticamente su questi temi. È fondamentale considerare come l’adozione dell’IA possa effettivamente migliorare o complicare la gestione dei sinistri. Le potenziali disfunzioni e le limitazioni dell’IA richiedono un dibattito approfondito per arrivare a soluzioni che garantiscano efficienza senza compromettere la qualità del servizio.

In sintesi, mentre l’IA ha il potenziale di rivoluzionare la gestione dei sinistri, è cruciale non sottovalutare l’importanza delle competenze umane e considerare le possibili implicazioni etiche e pratiche. Un dialogo aperto tra le parti interessate potrebbe aiutare a sviluppare un sistema più equilibrato e funzionale.

In sintesi, l’integrazione dell’IA nella gestione dei sinistri è un tema complesso che richiede attenzione e valutazione critica. Mentre le tecnologie possono portare innovazione e miglioramenti, è cruciale mantenere un equilibrio tra efficienza e qualità del servizio, preservando il valore delle competenze umane e garantendo la protezione dei diritti dei consumatori.

Ci auguriamo che le normative future garantiscano la protezione dell’automobilista, danneggiato e/o assicurato, affinché l’adozione dell’IA non comprometta i diritti e gli interessi dei consumatori. È essenziale che il dibattito includa tutte le parti interessate: assicurazioni, rappresentanti dei consumatori, periti, carrozzieri al fine di costruire un sistema equilibrato e giusto.

Certo, noi siamo dalla parte del 10% dei player che credono nell’importanza delle competenze umane e della supervisione professionale in questo processo.

Con la nostra Associazione torneremo a dibattere sull’argomento nel prossimo webinar, terzo appuntamento dedicato al tema delle perizie da remoto e delle perizie con sistema IA.

©  Luigi Mercurio

Fonte: https://www.peritiaiped.it/ia-nella-gestione-sinistri-vantaggi-e-rischi/